Scipione - Ritratto di Ungaretti
Gino Bonichi, cioè Scipione, un nome che si addice ai generali romani e agli arcivescovi vaticani, è più noto come pittore, il più viscerale, istintivo, potente, radicale e angelico della cosiddetta " Scuola Romana " ( detta anche Via Cavour ), costruita con Mafai e Mazzacurati.
La terra è secca, ha sete
e si spacca.
Sui labbri dei crepacci
le lucertole arroventate
corrono in fiamme.
Le stelle cadono accese
per bruciare il mondo,
ma nessuno tende le mani
per abbracciarle
e si smorzano, tuffandosi nel buio.
***
Alla calata del sole una pecora
ha fatto un agnello.
E' uscito tutto di lana, col sangue
il cuore la voce.
Gli uomini sbucano fuori
e se ne vanno via,
gli alberi aspettano il buio
per ignorarsi,
le erbe odorose
si mettono in cammino.
Le civette gridano, tutto si muove
e l'angoscia riempie l'aria
di inquietudine.
***
Io sono la voce dell'albero che cade,
la mia corteccia sarà accarezzata
quando si vedrà che dentro sono bianco.
Le mie radici sono d'avorio e sono
nascoste - la terra fine le ricopre.
Il mio corpo è rotondo,
l'aria sola mi toccava.
Gli uccelli hanno nidificato nei miei rami,
i loro occhi vedevano tutte le mie braccia,
le foglie li nascondevano.
Sotto di me l'uomo si è riposato.
Io sono la voce del fanciullo,
le mie ossa sono tenere e possono cadere
e non si romperanno.
Le mie gambe corrono, i miei piedi
non lasciano impronta.
Il timbro della mia voce somiglia
alla campana del mattino,
al bronzo leggero.
Scipione ( Gino Bonichi ) da Carte segrete
Nessun commento:
Posta un commento