DISSE L'ETERNITA'
Vorrei essere l'istante e tintinnare
così di nostalgia, oppure l'attesa,
persino di paura. E poi brillare
- anche solo una volta - di sorpresa.
Urtare nei cantucci della sera
il profumo sereno del mistero;
gradire sulla lingua il sarà e l'era,
l'agrodolce del falso con il vero.
E vorrei che il minuto, lentamente,
mi carezzasse come chi ama e parte:
rimarrei in equilibrio sul presente,
tentando la vertigine a ogni parte;
o cadrei dalla mia noia infinita
nel breve batticuore della vita.
***
RISPOSE L'ISTANTE
E io vorrei - al contrario - tintinnare
dalla gioia raggiunta senza attesa,
paura o nostalgia. Quindi brillare
della tranquillità senza sorpresa.
E soffiare per gioco nella sera
il profumo di pollini e mistero;
confondere al palato il sarà e l'era,
non l'aceto del falso e il dolce vero.
Non vorrei che il minuto, lentamente,
mi carezzasse come chi ama e parte,
ma vorrei che l'abbraccio del presente
mi circondasse eterno da ogni parte.
Bacerei anche la tua noia infinita
perché per me sarebbe vita, vita!
***
LA RINASCITA
Quel giorno, forse nello studio
murato di libri,
ho sincronizzato il cuore
con la sveglia:
non so se lei palpitasse
o lui ticchettasse.
Facevano acrobazie sulla sedia,
ora avanti nel futuro,
ora indietro nel passato,
come funamboli del tempo.
Il tempo
- che andandosene -
rimaneva.
Daniele Barni Poesie inedite
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