Mi voglio velare, voglio piano tacere...
" Lo scopo dell'arte non consiste affatto - come a volte ritengono gli artisti stessi - nell'instillare pensieri, nel contagiare con le idee, nel servire da esempio. La sua finalità consiste nel preparare l'uomo alla morte, nell'arare e nel rendere tenera la sua anima, in modo che sia capace di rivolgersi al bene " ( A. Tarkovskij ).
Mi sembra che queste parole esprimano egregiamente il senso della poesia di Roberta Dapunt.
f .
In questo buio compatto è perpetuo novembre.
Sei tu Dio? Onnipresente sconosciuto.
Perché io so che tu sei,
lo sanno i miei sensi
quando tornano dalla stalla.
Tutto è qui nella riservatezza rurale che ripeto
mattina e sera, spesso unico sentiero
che pesto come a passeggio verso casa.
Tutto è qui, qui è l'avvenire,
qui è il tempo che passa e la morte che viene,
in questo gesto comune è la mia alleanza
posta fieno su fieno,
letame dopo letame,
solitudine per solitudine,
nell'amore alla vita, perché vita è l'unico supporto,
qui su questo percorso, umile gioia dei giorni.
***
Credo nelle anime sante,
nella loro indipendenza conquistata sui sensi di una preghiera.
Credo nel lamento di un uomo in agonia,
inaccessibile silenzio degli ultimi istanti di una vita.
Credo nel lavaggio del suo corpo fermo,
nel suo vestito a festa e nell'incrocio delle mani,
testimoni di un battesimo confidato.
Credo nella gioia dei vinti.
Credo nelle loro carni piegate sotto le macerie,
i loro respiri cessati.
Credo nelle distese di orti trasformati,
dentro al loro recinto le ossa dei popoli ammazzati.
Credo ai miserabili che annegano alle porte d'Italia.
Credo in quelli che rimangono e il giorno dopo chiamiamo
clandestini.
Credo nelle loro bambine vendute ai nostri piaceri,
nella loro tristezza che sorride vittima di un rossetto ingrato.
Credo negli angeli senza ali,
in quelli che a piedi nudi camminano dentro una fede.
Credo nel mondo,
quello fuori dalla vetrina in ginocchio a guardare dentro.
Credo nel colore delle pelli che indossa,
negli occhi neri dei figli che perde affamati.
Credo nella verità delle madri e del loro amore.
Credo nella miseria e nell'umiltà di questi versi.
Credo nella bellezza
e qui conviene fermarmi.
***
Voglio così come il sorbo tra i larici e gli abeti
coprirmi di infinita neve. Di bianche coltri
l'abbraccio, chiusa irreparabile del freddo ragionare.
Spalancare le labbra e lasciarmi nevicare
lì in fondo alla bocca, infelice incontrarmi
e sciogliere fiocco dopo fiocco fino a congelare,
e infine raccogliersi, riempirmi.
Mi voglio velare, voglio piano tacere. Sottrarmi
candidamente al complicato uso della voce.
Crescere, innevarsi il mio interno stare come fuori sto ferma.
Voglio immacolarmi, per sempre zittire,
interrompermi e tacere. Seppellirmi dentro
e intorpidire per sempre la facoltà del solo parlare.
Roberta Dapunt da La terra più del paradiso
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