I ' II carry you home...
Lambisce gli ori
la lingua salvata, i neri tasti
dell'alba coincidono in musica
e astri - è lì che dimora certezza
di sciogliere in suono
qualunque dolore.
In quel che è distante, perduto
cercare un giaciglio alle notti
è perfezione del buio.
***
La dimora insonne
consegue il suo silenzio
riposano le carte
mansuete - i suoi labirinti
sono roghi di penombra,
preludio d'ultimo
abbaglio, tenebrore.
***
Il suono è una linea
curva, scudiscia il buio
ma invincibile
il bersaglio - è calma
che infuria, gli occhi
tracimano tenebra.
***
Invoco
la prevalenza degli alberi
fortezza che escluda
la soglia - la penombra
è un crepitare di fronde,
radice sotto la pietra
che geme arsura, il desiderio
della pioggia non può
che diventare smanioso.
***
Solo concedi
agli ignari, ai mondani
il similoro - preserva
dei pochi la fiamma
gentile, il desiderio
non esibire.
***
Non oltre indugiare
al commiato, radunare
pochi resti, rasura di carte,
sembianti - ritrarsi alle rive.
Un albero una stanza
la saldezza dei monti
che ammansisce lo sguardo
alla neve, ancora trascrivere
il buio, i suoi trasalimenti.
Disporre dell'orma
che non trattiene e fuga
l'agguato dell'ombra,
negare l'istinto
di orfeo.
Daniela Pericone da La dimora insonne
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