mercoledì 31 marzo 2021

MEDITAZIONI PER LA PASQUA ( e oltre ) 3

 

C'è una terza virtù che riconcilia con la vita, di cui abbiamo bisogno dopo tanta angoscia : parliamo di gioia e senso dell'umorismo. Afferma Papa Francesco : " Quanto detto finora non implica uno spirito inibito, triste, acido, malinconico o un basso profilo senza energia. Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell'umorismo; senza perdere il realismo, illumina gli altri con uno spirito positivo e ricco di speranza. Essere cristiani è gioia nello spirito ( Rm 14, 17 ) perché all'amore di carità segue necessariamente la gioia. Poiché chi ama, gode sempre dell'unione con l'amato. Se lasciamo che il Signore ci faccia uscire dal nostro guscio e ci cambi la vita, allora potremo realizzare ciò che chiedeva San Paolo " Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti! " ( Fil 4,4 ). " Ordinariamente la gioia cristiana è accompagnata dal senso dell'umorismo, così evidente ad esempio in Tommaso Moro, in San Vincenzo de Paoli o in San Filippo Neri. Il malumore non è un segno di santità:" Caccia la malinconia dal tuo cuore" ( Qo 11, 10 ). E' così tanto quello che riceviamo dal Signore perché possiamo goderne ( 1 Tim 6, 17 ), che a volte la tristezza è legata all'ingratitudine, con lo stare totalmente chiusi in se stessi da diventare incapaci di ricevere i doni di Dio. La gioia non è qualcosa che si compra al mercato. E' un comando. Per essere un regalo per gli altri, dobbiamo cercare di essere gioiosi, di buon umore, positivi. La nostra gioia e il nostro buon umore facilita la relazione, crea uno spazio positivo in cui far entrare l'altro. Il nostro compito è quello di essere sale e luce per chi ci incontra. Per costruire una relazione, dobbiamo lavorare per portare all'altro qualcosa di gustoso, di colorato, cioè per offrire all'altro un volto gioioso, uno spirito positivo. Sarebbe bello se si potesse dire di noi cristiani: " Chi sono in cristiani? Quelli della gioia ". Amo ripetere una frase riferita a Martin Lutero: " Sono vivo; Dio esiste; mi stupirei di essere triste".




              Derio  Olivero   da   Verrà la morte e avrà i suoi occhi



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