Il mare mi educa al silenzio...
Sono i minuti a cambiare il suono delle cose,
quando cercano di sopravvivere piegati nei cassetti,
al caldo che coordina le ombre.
Quando baciano i morti
rimescolando l'energia del fieno,
il pietrisco vivo della terra.
Spiano le braccia che non possono volare,
quando vedono formare la bolla d'aria
che protegge una poesia dagli anni vissuti.
***
Il pavimento forma un verso.
E qui, dove invento una casa nella tua,
poggio le mani sui muri ancora caldi
dell'ultima estate.
Le poggio per misurare chi siamo.
Gli ulivi ci attendono nascosti.
Ora - ad esempio - anche loro stanno fissando
le formiche che trasportano un chicco di grano.
Il verso si completa con la luce che arriva
dalle persiane
tra i nomi delle formiche
che ci osservano.
***
Non sono pronta a dirmi addio.
La gioia di quel poco che ho imparato
mi riporta al primo giorno.
Oltre ciò che sono.
L' allenamento che ripeto per trattenermi
l'ho imparato a fare da bambina.
Smetto di riconoscere il vento.
Mure un tulipano, la mia foto,
il libro che avevo sul comodino.
Il mare mi educa al silenzio.
Guardo l'azzurro che non c'è.
Gli alberi mutano in forma di ricordo,
anche loro non sono pronti a dirmi addio.
Antonietta Gnerre da Quello che non so dii me ( Anteprima edotoriale di Interno Poesia )
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