Ti ho accolto sul confine
e un pugno di vodka a soppesare questi anni
sacrificati al tuo sguardo
che non ho la forza di cacciare da questo mare
che ci contiene entrambi
odio di te la giovinezza che fu mia
come l'incapacità ( sempre mia ) di sollevare il mondo
perché ti sono braccia e lingua e parola
per questa rabbia che
non sai avere
: e mi rimprovero per quello che non riesco ad essere.
***
Il fiato a solo scorre
se levo e sollevo
l'attenzione che mi fissi nel costato
giorno dopo giorno in profondità nuova
ed aprire il torace
è cercare tutte le spine e consumarle
con la ruggine che conosci così bene
quando semino sulla sabbia
o ti imploro di amarmi anche così
come sono.
***
Ti vorrei baciare
in mezzo ai tralci viola e bruni in fessure
spaccati nella terra dolce di sapore e
fila serrate al palato e
alla lingua
che mi tieni lontano.
***
Semini vita nei solchi del
mio inverno
e la mano appoggiata
è sulla tua testa un fermo e petali che non colgo
cerchi il pasto con quel braccio
e carne
che ti regalo perché altro non so fare
: se il cambio di stagione è la vita che temo.
***
Siamo persi in questo guscio
siamo sassi di mare aperto e sabbia
di manciata sottile
mi ritrovo quando accarezzo lo scoglio
e al molo accosto la risacca al nostro letto
che è luna di cielo vuoto
solo allora mi parli
mentre ti prendo la mano che mi arriccio contro
come àncora
perché quest'onda non mi disperda
e mi porti con te e nel tuo vagare.
Alessandro Brusa da L'amore dei lupi
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