martedì 30 novembre 2021

LA RISSA DI MONTALE

 


                                                                    Questa rissa cristiana...




Questa rissa cristiana che non ha

se non parole d'ombra e di lamento

che ti porta di me? Meno di quanto

t'ha rapito la gora che s'interra

dolce nella sua chiusa di cemento.

Una ruota di mola, un vecchio tronco,

confini ultimi al mondo. Si disfà

un cumulo di strame: e tardi usciti

a unire la mia veglia al tuo profondo

sonno che li riceve, i porcospini

s'abbeverano a un filo di pietà.




                          Eugenio  Montale    da     Le occasioni ( 1939 )



CI SARA' FORSE DA LOTTARE

 


                                             Notturnamente arricciate le labbra dei fiori...




Il 20 pomeriggio dell'Aprile  1964, Paul Celan giunse a Milano accolto dal Direttore del Goethe - Institut, a suo dire preoccupato dalla fama di Celan, uomo scontroso e imprevedibile. Nell'Aula delle Conferenze, la lettura delle sue difficili poesie mise a dura prova il pubblico, che finì per intimidirsi. Terminata la lettura dei testi, l'assenza di un commento o di una spiegazione, rese impossibili stabilire un contatto con il poeta. Lui se ne stava seduto su una sedia, muto, assente, scostante.







I BOCCALI

Ai lunghi tavoli del tempo
trincano i boccali di Dio.
Prosciugano gli occhi dei vedenti e gli occhi dei ciechi,
i cuori delle ombre che imperano,
la guancia concava della sera.
Sono i bevitori più accaniti:
portano alla bocca il vuoto quanto il pieno
e non schiumano come te o me.


                                           ***

NOTTURNAMENTE ARRICCIATE

Notturnamente arricciate
le labbra dei fiori,
incrociati e conserti
i fusti degli alberi,
ingrigito il muschio, smossa la pietra,
destate all'infinito volo
le taccole sul ghiacciaio :

questa è la landa dove
sostano quelli che abbiamo raggiunto :

non nomineranno l'ora,
non conteranno i fiocchi,
non seguiranno le acque alla chiusa.

Stanno divisi nel mondo,
ciascuno con la sua notte,
ciascuno con la sua morte,
scontrosi, a testa nuda, brinati
di prossimità e distanza.

Pagano il fio che animò la loro origine,
lo pagano in una parola
che sussiste a torto, come l'estate.

Una parola - tu sai :
un cadavere.

Laviamolo,
pettiniamolo,
giriamo il suo
occhio verso il cielo.


                                           ***

BIANCO E LIEVE

Dune a falce, innumeri.

Sottovento, mille volte : tu.
Tu e il braccio
con cui crebbi nudo verso te,
perduta.

I raggi. Ci spingono insieme.
Portiamo il brillìo, il dolore e il nome.

Bianco
ciò che si muove a noi,
senza peso
ciò che scambiamo.
Bianco e lieve:
lascialo vagare.

Le lontananze, prossime alla luna, come noi. Costruiscono.
Costruiscono lo scoglio dove
s'infrange ciò che vaga,
continuano
a costruire:
con schiuma di luce e spruzzi d'onda.

Ciò che vaga, fa cenno dallo scoglio.
Alle fronti
fa cenno di venire,
alle fronti che ci prestarono
per specchiare.


Le fronti.
Rotoliamo con esse laggiù.
Riva di fronti.

Dormi?

Dormi!

Un mulino di mare gira,
chiaro - ghiaccio e non udito,
nei nostri occhi.


                                              ***

IL TRISILLABO DOLORE

Ti si diede nella mano :
un tu, senza morte,
con cui tutto l'io tornò a sé. Correvano
voci prive di parole, forme vuote, tutto
finiva in esse, mischiato
e scomposto
e di nuovo
mischiato.

E numeri erano
tessuti con l'innumere. Uno e mille e ciò
che davanti e dietro
era maggiore di se stesso, minore,
maturato e
ri - e tras -
formato in 
germinante mai.

Il dimenticato agguantò
il dimenticando, continenti, cuori a pezzi
galleggiavano,
affondavano e galleggiavano. Colombo,
il colchico
nell'occhio, il
ranuncolo
sterminò alberi e vele. Tutti salparono,

liberi,
avidi di scoperte,
smise di fiorire la rosa dei venti, perse
le foglie, un oceano
fiorì a iosa e a giorno, nella luce nera
dei selvaggi colpi di timone. In bare,
urne, canopi
si destarono i piccoli
Diaspro, Agata, Ametista - popoli ,
tribù e casati, un cieco

E sia

si annodò nelle gomene e sciolse a testa di
serpente - : un
nodo ( e contro -, retro-, anti-, e bi - e mille -
nodi ) presso cui,
occhi da carnevale, la nidiata
delle stelle - martora nell'abisso
sil-, sil-, sil-
labava, labava.

-




            Paul Celan    Antologia a cura di Dario Borso




lunedì 29 novembre 2021

STORIA DI UN'ANIMA ( che non è ...

 

... quella di Santa Teresa di Lisieux !



                                           Non vai da nessuna parte...


" Storia di un'anima" è un libro respingente, ma singolare e necessario." Respingente" perché , con abilità ricostruisce, con i suoi versi affilati, storie di vita " immorale", dove l'autore prova a ricucire pensieri, gesti e sensazioni come in presa diretta, evitando commenti e giudizi etici di personaggi lontani dal suo ambiente, ma probabilmente dall'autore ben conosciuti, e lo fa senza edulcorare le loro vite protese al soddisfacimento dei propri impulsi. Il linguaggio poetico è - di conseguenza - brusco ed essenziale, a volte persino pedante quando l'autore disquisisce di temi filosofici. Un libro " necessario" perché presenta con coerenza e abilità un tipo di poesia che analizza aspetti oscuri dell'esistenza umana ( anche se in fondo noti a tutti ): la menzogna e la truffa, il fascino del male e il cinismo, la ricerca di facili e sbrigativi rapporti sessuali, le feste a base si alcool e di droghe, i giovani che si prostituiscono per comprarsi un vestito firmato, le persone ricche che sfruttano il potere dei soldi per sottomettere e umiliare , la vita di coloro che vogliono sentirsi -  anche solo per qualche istante - vicini a Dio nel raggiungimento del proprio piacere.




COPIA CONFORME


Tra tutte le tue voci

- ragiona con freddezza -

questa che chiami la tua esistenza

è solo il testimone più prezioso

- per quanto unico e difficile -

di un verbo primordiale mal coniugato.


Non invano la menzogna ha un prezzo

che cresce e viene quotata con l'assenza

che la rende inaccessibile e testimonia

il suo valore come arte.


La nostra vita è una copia

di un testo originale

che non è mai esistito.



                                             ***


LAMENTO DI MANRIQUE


Quel gran figlio di puttana

lo ha sempre saputo,

anche se non lo ha mai detto.

I fiumi non sono la vita  perché vanno verso il mare,

ma perché sono sporchi e profondi.

E non tornano mai indietro.



                                                 ***


SOFT


Porno seriale. Simile

alle sedie di plastica

in terrazze e giardini

della felicità di classe media.

Porno senza dosi di tenacità né amore.

Per una stirpe stanca

dei suoi dei moderni.

Porno con filtri satinati

sugli sguardi e sui corpi.

Professionale anche il modo di baciarsi

estraneo alla lussuria e alla vita.

Come un'arte senza qualcuno,

uguale a un paradiso di gesso.


La storia di quest'anima

è la storia di un'anima senza storia.

Esattamente come il porno soft.



                                         ***


LA GIOIA


E se morire non ci addolorasse ?

Né Platone né il cristianesimo

sarebbero stati necessari.

La storia dell'Occidente si fonda sulla tristezza

che ci causa la morte

di cui non sappiamo nulla

perché occupa ogni cosa.

Io scelgo la gioia,

non di vivere, che forse è la più stupida,

ma di immaginare che tutto questo

sarà per sempre dimenticato,

che un giorno non sarà nulla, e

che nemmeno è qualcosa in questo istante.



                                               ***


SETE


Cerchi di saziare questo nulla

con un nulla infinito

sentendo che non è nulla

e che è  sempre insaziabile.


Non vai da nessuna parte

sapendo che il percorso è stato cancellato,

perché all'origine non c'è nessuno

né qualcuno all'arrivo.


Non stai cercando di pronunciarlo,

perché non c'è corpo che possa sentire

quello che mai si dice

perché non ha nemmeno un senso.


Ed essere pieni di niente.

E mai saziarsi.



                                                ***


ULTIME FASI


Quante cose perse

torneranno a vivere con la nostra morte.


Il volo degli uccelli

che, nell'ultimo giorno della tua infanzia,

hai immortalato in un verso

e lì sono rimasti, immobili.


L' amore e la forza

che il tuo amore e la tua ira hanno reso vani.


La verità dei tuoi libri

lettera per lettera plagiati alla vita.


E quante altre cose sono morte

e sono, in realtà, quelle importanti,

vivranno per sempre in loro stesse.


Il fiore che sempre a giugno

visita il tuo giardino, e tuttavia,

non ha mai avuto nelle tue mani la tenerezza

che meritano i fedeli.


La speranza che ora

bandisci dalla tua fronte senza spine

e deve germogliare solo quando - semenza-

attende nella tua sconfitta e nella tua tomba

- contro quello che tu stesso hai decretato -

la mattina tra i mandorli

della resurrezione.



                  Antonio Praena  da  Storia di un'anima ( Trad. di A. Brandolini )



domenica 28 novembre 2021

HOW TO BE A POET

 


                    Scrivi una poesia che non disturbi il silenzio dal quale proviene...




COME DIVENTARE UN POETA


Scegli un posto nel quale sedere.

Siediti. Tranquillizzati.

Devi affidarti all'affetto,

alla lettura, alla conoscenza,

all'abilità - più di quelle

che hai - all'ispirazione,

al lavoro, alla maturazione, alla pazienza,

proprio come i solitari che uniscono il tempo

all'eternità. A propositi dei lettori

che apprezzano il tuo operato,

dubita del loro giudizio.


Inspira con respiro incondizionato

l'aria incondizionata.

Evita i cavi elettrici.

Comunica lentamente. Vivi

una vita a tre dimensioni;

stai distante dagli schermi televisivi.

Stai distante da tutto ciò che

oscura il posto nel quale ti trovi.

Non esistono luoghi profani,

esistono soltanto luoghi sacri

e luoghi sconsacrati.


Accetta quel che viene dal silenzio.

Fanne tesoro al meglio che ti è possibile.

Dalle minuscole parole che nascono

dal silenzio, come preghiere

che ritornano a colui che prega,

scrivi una poesia che non disturbi

il silenzio dal quale proviene.




                             Wendell Berry    Trad. di T. Fratus



FILOSOFIA DELLA GIOIA ( presentazione )

 

La gioia è mistero, incanto, oscillazione. E' l'azzardo che ci porta ad abbracciare l'incertezza, rischiando ciò che non abbiamo. E' il contrario del cinismo e della paura. E' l'antidoto alla stanchezza. La rivolta al potere. In tempi di crisi, dove tutto sembra farsi di pietra, perseguire la gioia non è affatto un'impresa da poco: ci vuole coraggio per rinunciare a far tornare i conti e accogliere invece l'enigma che ci oltrepassa. Nulla è in nostro potere, se non l'ascolto del desiderio che sgorga dal profondo, la vocazione che ci chiama ad essere noi stessi germinando e dialogando con l'Altro, educando i nostri figli al dono, scommettendo sul bene comune di cui è fatto il futuro, In queste pagine, l'autrice ci guida alla ricerca del senso che la sfrenata accelerazione e poi l'improvviso arresto del mondo hanno strappato, appannato, spento. E si racconta che, per rinascere, per restituire ritmo ai corpi e ai cuori, non ci è richiesta nessuna forma sovrumana e nemmeno una particolare propensione. Poiché- come dice Lacan - " in ciascuno di noi è tracciata la via per un eroe, ed è da uomo comune che la si percorre ".  



                                             frida



LA FILOSOFIA DELLA GIOIA 1

 


                                                                                                Stavano tutte tese le mie ore

                                                                            erano poche. Le guardavo

                                                                             dal lato che non muore

                                                                             sentivo peso e colore

                                                                             festa e patimento.


                                                                              ( M. Gualtieri )

                                                                              



(...) In una pagina delle sue bellissime " Lezioni americane", scrive Italo Calvino : " In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa." L'immagine di un graduale farsi pietra delle persone e delle cose riporta alla durezza delle situazioni del nostro presente . Benché viviamo nella più flessibile delle società mai esistite, in cui ciò che è solido sembra volatilizzarsi, non possiamo non avere qualche volta la sensazione che la vita intorno a noi si stia facendo più dura, fino a paralizzarsi. E benché la Terra sia sottoposta da tempo ad un processo di surriscaldamento climatico, si ha spesso la percezione che la temperatura fra gli uomini  si stia facendo quasi polare, nella penuria di simboli, nella sconsolante mancanza di passione, nel lento estenuarsi del desiderare. Da un lato, si assiste al dialogare delle " passioni fredde", asettiche e imprenditoriali, la cui carica fissa è contraddistinta da uno spiccato ( e spesso cinico ) spirito da prestazione e da una sostanziale caduta di ogni attaccamento appassionato. E' un miscuglio di apatia e risolutezza, è un atteggiamento cool che opera come dispositivo di raffreddamento di ogni istinto partecipativo e passione per il comune. E' la condizione paradossale dello spirito metropolitano, la cui economia psichica interiorizza, assimila e rispecchia i meccanismi del mercato, mentre cerca istintivamente zone franche di disaffezione e disinteresse. (...)



               Isabella  Guanzini  da  Filosofia della gioia ( Una cura per le malinconie del presente )


LA FILOSOFIA DELLA GIOIA 2

 

(...) Dall'altro, troviamo il gioco ambivalente delle " passioni calde" - della rabbia, della rivolta e dell'indignazione - generatrici di identificazioni reali, ma sempre pronte a rovesciarsi in una retorica della paura o nella deriva populistica dell'antipolitica: cioè nel rifiuto del futuro e nella fuga dal rischio e dalla libertà. C'è chi ha addirittura parlato di " un'età del rancore ", attraversata da onde di aggressività e di risentimento incontenibili, che si espandono all'improvviso per un nonnulla. Si accendono incomprensibilmente reazioni emotive - compulsive piene di disprezzo, che si diffondono come un virus difficile da identificare perché è soprattutto la rete digitale il suo terreno di coltura, che amplifica e moltiplica impulsi primordiali e non mediati nel circuito onnicomprensivo dei social. Questo gioco ambivalente delle passioni si è poi realizzato negli ultimi tempi entro un paesaggio sociale desertificato, soggetto a un'inattesa e indecifrabile mortificazione. Il tempo del contagio ha visto nascere ed espandersi sentimenti inediti e contrastanti, in cui si sono ad un tratto scoperte la pesantezza, l'opacità e l'inerzia del mondo. Queste qualità hanno avvolto le esistenze in modi sempre più stretti, esercitando una forte pressione. Hanno incurvato molte traiettorie di vita all'interno, spingendole verso il basso, dove si fa più fatica a vedere, dove tutto si chiude e si fa buio.(...)



            Isabella Guanzini  da  Filosofia della gioia ( Una cura per le malinconie del presente )


LA FILOSOFIA DELLA GIOIA 3

 

(...) In un tempo in cui lo sguardo inesorabile della Gorgone sembra pietrificare lentamente la vita delle cose e delle persone, si invoca qualcosa o qualcuno capace di interrompere questo processo di indurimento, invertendo - per così dire - il corso del tempo. Urge qualcuno o qualcosa capace di tagliare la testa della Medusa, prima che tutto si faccia di pietra. E' una questione politica che, nel nostro presente della disillusione, invoca forme e forze della sensibilità e della ragione capaci di plasmare gli infiniti modi soggettivi e collettivi di incontro del mondo. In questo circuito ambivalente, dominato dalla durezza e da un'infinita stanchezza, si tratta di liberare tutta la potenza positiva delle passioni, per trasformarle in affetti: ciò richiede l'uscita da uno stato di passività della mente dominato da impulsi depressivi e distruttivi e insieme l'apertura di un campo di relazioni consapevoli, capaci di mobilitare legami vitali, nell'ordine della socialità e della circolazione del desiderio.  (...)



            Isabella Guanzini  da  Filosofia della gioia ( Una cura per le malinconie del presente )


LA FILOSOFIA DELLA GIOIA 4

 

(...)  In gioco è l'esigenza di disseminare reti sociali di senso più profonde e durevoli di quelle dei social e di ridestare, in una generazione fortemente tentata dalla rassegnazione e dall'anestesia, una nuova e potente affezione gioiosa per la ricostruzione della comunità degli umani. L'eroe che oggi ci viene in soccorso, colui che possiede la forza necessaria per decapitare la Gorgone senza lasciarsi a sua volta pietrificare, è ancora una volta Perseo con i suoi sandali alati, che vola leggero sui venti e le nuvole, portando la testa mozzata in un sacco. E' infatti colui che sa sollevarsi sulla pesantezza e la durezza del mondo senza tuttavia rimuoverle, guardandole - per così dire - di traverso, in modo indiretto, assumendole insieme come proprio fardello. Perseo è stato capace di vincere la mostruosità della Medusa, ma senza ingiuriarla : come Ovidio racconta, dovendo posare il capo irto di serpi sulla rena ruvida, prima la ammorbidisce con un tappeto di foglie e di ramoscelli marini perché questo non si danneggi. I piccoli rami acquatici che vengono a contatto con la testa della Gorgone si trasformano poi miracolosamente in coralli, tanto che le ninfe ammirate accorrono alla testa orrenda avvicinandone altri, divertendosi nel vedere che il prodigio si ripete. (...)



      Isabella  Guanzini  da  Filosofia della gioia ( Una cura per le malinconie del presente )



venerdì 26 novembre 2021

ANTE UN CUERPO DESNUDO


                                                             J. B. Lully -  De Profundis 



" Davanti a un corpo nudo" è orientato in modo peculiare e percussivo sul versante religioso - mistico e più che una raccolta di poesie, si potrebbe parlare di un unico, lungo poema diviso in 50 parti ( o stazioni ) perlopiù in prosa poetica. Non a caso i testi sono privi di titoli e il libro prende avvio da una descrizione di un atto particolare  (" Signore, sono inginocchiata davanti al tuo corpo nudo"...) e lo fa con un registro discorsivo che accentua i toni di un dialogo intimo, drammatico e intenso.

La contemplazione del corpo nudo fatta con gli occhi e con la preghiera, è un tumulto di luce palpitante, una fiamma viva che scalda il proprio corpo. E' un amore / passione che apre a nuovi e imprevisti sentieri, a esperienze che scuotono nel profondo; un amore / passione che dà senso alla propria solitudine e al passato e che lascia tracce inconfondibili nel bosco della vita, riempie un vuoto, un deserto, la devastante mancanza di amore del mondo.




Un corpo nudo è un albero privo di corteccia. Il suo silenzio non ha bisogno della fioritura che riveste le lacerazioni. Un corpo spoglio sa che nessuno può vedere la sua nudità : nella sua carne scorre un fiume di solitudine. Alle tre del pomeriggio quel mare si fece oscuro. Alle tre in punto del pomeriggio la tua nudità gonfiò di amore tutto il mio corpo. Ci sono passioni che bruciano le radici, ci sono amori che ardono più di mille pagine di pergamena.

 Anche fuori dal vaso arderebbe il fiore.



                                              ***


Vorrei donare il mio corpo come tu hai donato il tuo per un bene più grande. Ma spossata è la carne e debole e debole questo mio spirito. Non avrei potuto spostare la pietra che giaceva sulla tua morte e che solo Maddalena ha saputo comprendere poiché ha visto nei tuoi occhi ,o profeta delle palme, che tutto cambia quando tu ci guardi.

Sei il dolore di essere il mondo.



                                             ***


Ho imparato a bere la mia sete. Ho imparato che, per sognare il tuo volto, era necessario negarmi in amore. Così divenni una come te ; così trascinai i miei piedi nel deserto. Quel deserto che tu avevi seminato di spine per dimostrare che l'amore è così : un cieco camminare senza nulla chiedere a chi si ama. Allora ho scelto di tacere, di divorare i mille demoni delle mie paure; volli essere soltanto un'ancella del tuo regno. Ho vissuto senza vivere, ho amato senza amare, mi sono rifiutata di cercare il ramo nudo dove mettere a riposo il mio corpo sfiorito.



                                                ***


Come vorrei capire le ragioni del destino, il marmo del disamore, ma non servirebbe a nulla capire quello che non è stato creato dall'uomo. Il legno porta la scheggia della nostra carne. Gesù diede il suo ultimo alito e così lo spirito si alzò come prolungamento di una sete. Malo spirito è un fiore che non sa aprirsi : nessuno gli ha detto di riporre nel suo calice ciò che farà germogliare le pendici del paradiso.



                                               ***


Il linguaggio degli amanti è segreto e oscuro. Il linguaggio degli amanti non può essere compreso : loro parlano la lingua delle pietre che risiede nei loro cuori dall'inizio del tempo. Ignorano che il loro amore è la collana in cui maturano tutti gli amori del creato.



                                         

                        Jannette L. Clariond   da  Ante un cuerpo desnudo ( trad. di A. Brandolini )



giovedì 25 novembre 2021

LE DOMESTICHE ABITUDINI DI GIORGIO

 


                                         Col mondo ti sporchi ogni volta che cammini...





LA NOSTRA VITA VIOLENTA


Lo schiaffo mi arriva dritto in faccia

provocando repentino il contrattacco,

tu sorpresa, certo, certo offesa

mi ripicchi sulla faccia la tua mano

- io non curante di qualcuno che ci veda

così nuovi alla luce sotto il sole -

poi due pianti a dirotto, poi le mani

loro il primo avamposto

del perdono.



                                                     ***


PAROLA CHE ARRIVI


Arrivi, t'insinui dove non immaginavo

spossante imprevedibile parola

arrivi e ti mescoli col cuore -

pronunciata ci pronunci

e tutto ricominci.



                                                  ***


CON TUTTO IL CUORE


Rimane un peccato tra stomaco e gola,

mi frena le gambe, rallenta il mio sangue

infiacca ogni nuovo pentimento

proposito buono - mi toglie l'azione.

Poi fatta grazia m'arrivi nelle braccia

e il tuo entrare nel mio corpo sottovoce

m'assolve come santa confessione

dà pace ai ritmi, alla stagione, all'attuarsi

nuovamente dell'amore.



                                               ***


NONOSTANTE LA CURA DEI GIARDINI


Nonostante la cura dei giardini

col mondo ti sporchi ogni volta che cammini

e non pare, in certe circostanze,

di dover trascinare la polvere,

portarla in casa, nelle tue stanze -

vedi sul soffitto c'è un ragno da ammazzare.



                                             ***


IV


Stasera al locale un tizio diceva

che cosa per forza c'è sotto il tuo grido,

certo il rimorso d'esserti spinto

più fuori nella strada sterminata -

quella di Ulisse, lontano da casa -

e quanta coscienza nel pianto

pensando alla fatica - e contorsioni

d'arti e stringere di dita -

per tornare a un poco

di calore.




                     Giorgio  Casali    da   Domestiche abitudini



mercoledì 24 novembre 2021

L' ADAGIO BY SALIERI...

 



                                                   l' " anima nera " di Mozart...


                                        Buon ascolto!


                                                           frida  



POESIE DELLA NOTTE E DEL GHIACCIO

 



                 Quando si sveglia e il sogno svanisce...



Nella sua incantevole e incantata semplicità, nel suo essere insieme canto e fiaba, nella tecnica sapiente che sa quando giocare con la rima - come in una cantilena, una ninna - nanna, una filastrocca - , la poesia di Vivian Lamarque ha una grazia antica, senza tempo, ma lascia intravvedere in filigrana la nostalgia di un candore smarrito , o forse solo sognato, un'innocenza stupita.







Gentile luna
luna gentile
ma li vedi tutti
proprio tutti i bambini?
Lo sai che certi
certi hanno un dolore
chiuso a chiave
dentro il cuore?

Luna gentile
gentile luna
ma li vedi tutti
proprio tutti i vecchini?
Lo sai che a volte
nei loro angolini
piangono proprio
come fanno i bambini?

Gentile luna
luna gentile
ma li vedi tutti
gli animaletti?
Lo sai che l'uomo
li tratta male
lo sai che piange
il regno animale?


***

Aiuto! Aiuto!
Ma dove sono?
Sarà solo un brutto sogno?
Questa mattina
mi sono svegliato
ma dove sono capitato?
Non c'è più la mia pineta
e dei miei amici
nemmeno uno
nemmeno un cielo
nemmeno un prato
dove aiuto!
mi sono svegliato?

E la sera
nessun firmamento
s'accende una scatola
con dentro una luce
che loro chiamano tivù :
è il loro cielo
ma è senza luna
e di stelle nemmeno una.


 ***

Richiudo gli occhi
forse era un sogno
forse a riaprirli sarò a casa mia
nella mia pineta
tra prato e cielo
e con le stelle
e la bianca luna...

Aiuto, aiuto!
Sono ancora qui
e mi hanno ficcato
in testa un puntale
dicono che sono un albero
di Natale.
E mi hanno messo
tre stelle e una luna
e poi le hanno accese
ma mi scottano un po'.
Ma che stelle sono?
Ma che luna è ?


Quelle del cielo
non sono così
quelle del cielo
le rivedrò.


***

Ha occhi di ghiaccio
e di ghiaccio le mani
ha un cuore freddo
freddo gelato
la neve è un bambino
che non si è mai svegliato.


***

Un omino senza casa
sogna una casa calda calda
sogna una tazza di latte bollente
e una trapunta
e una sciarpa avvolgente.
Quando si sveglia e il sogno svanisce
muore di freddo, la vita finisce.


***

Torna ti prego
il letto è ghiacciato
lenzuola di neve
di neve il cuscino
il letto mi vuole
dove si muore.







Vivian Lamarque   da  Poesie della notte e del ghiaccio



martedì 23 novembre 2021

LA PRIMAVERA DI TOMA

 


                                                            Monet -  Dama col parasole




Da  ANCORA UN ANNO  (  1981 )


Ti si intravvedeva

 fra le antiche mura

svagata nel gioco delle onde

camminare sul bagnoasciuga

leggera nel vento la tua veste chiara

il tuo sguardo distratto

lontanamente rapito.

Risuonava il mare quel mattino

dei colpi del maestrale

ma nulla sciupò il tuo sguardo

il tuo incedere di marmo

nemmeno il saperti lì sola

smarrita da sempre.



                                           ***


Da POESIE SCELTE  ( 1977 )


Non pensare alla morte

in un giorno così riuscito

di sole e di nostalgia

ma pensa al domani

che così incredibilmente risorgerà

e non ti parrà vero.

Pensa agli animali

ai buio luminoso della campagna

alla volpe

felino di caccia e d'allegria

e dormi con essa

il conforto di un sonno animale

dove anche la morte

diventa una questione d'olfatto.



                                                     ***


Da UN ANNO IN SOSPESO ( 1977 )


Sono un gran poeta

uno di quegli artisti singolari

e me ne frego

dei miei debiti morali.

Me li deve pagare il Governo

forse forse il  Padreterno

in cambio della mia

opera volgare.

Infatti come chi tutto conosce

voglio godermi la vita

ogni momento

piuttosto che avere alla fine

la fregatura di un monumento.



                                              ***

ARRIVERA' LA VITA


Arriverà la vita

arriverà

arriveranno le grandi cime

mosse dal vento

l'azzurro dei fiumi

e la neve

e i giorni senza peccato.

Arriverà

la squaw dei tuoi pensieri

l'anima ideale

i figli ideali

e la vita.

Arriverà la primavera

con i suoi fiocchetti rosa

come se avesse partorito

la femminilità.

Arriverà la gioia di vivere

a costo di morire.

Ritorneranno le mandrie di bisonti

a ricordarci i polveroni americani.

All'orizzonte

li avvisteremo come

un'enorme traumatica onda gialla.

Ritorneranno gli indiani

e i bambini chiassosi

con gli archi finti fantasiosi.

Ritorneranno

le squaw a lavare i panni

sulle rive dei fiumi celestiali

e il cane randagio fra le tende

che nessuno si sogna di cacciare.

Ritornerà

la vista dei castori

innocenti roditori di tronchi

e le loro tane

le loro gallerie

l'aria delle praterie

e l'odore leggendario

dello sterco dei cavalli.

Ritornerà

il pioniere costruito d'avventure

di partenze di speranze

di terre promesse.

Arriverà la vita,

arriverà

palazzi città auto ferrovie

saranno dilaniati come antilopi.

Il leone che è in noi

ruggirà in maniera mai sentita

sbranando uomini donne

bambini invecchiati

e vecchi arroganti

ammalati di dominio.

Arriverà la pace

il silenzio mosso

da un canto divino.

Ci sentiremo lo stomaco

svuotato di carni

non avremo bisogno di mangiare

respireremo vento

aria neve gelsi

il selvatico che è in noi

prevarrà.

La verità

arriverà.




                               Salvatore Toma  da  Poesie ( 1970 - 1983 )


lunedì 22 novembre 2021

RITI CONCLUSIVI DI UNA PICCOLA ANIMA

 


                                 Stai lontano dalle lettere d'amore ( errore da principianti... )




RICETTA


Ora dimmi, esiste

una ricetta per salvare l'amore

dal naufragio?


Zucchero, 15 grammi

per la tenerezza

Farina, 120 grammi

per fondamenta solide

un pizzico di sale

per disinfettare dentro.


Ci stringiamo le mani

di nascosto

come il coniglio incerto :

prima tasta,

poi salta.


Imparo daccapo

dove la pelle è più morbida e

le labbra

tremano.



                                            ***


OLDS NEWS


Mi dicono che siamo roba vecchia,

una bestia del passato

d'approcciare con cautela,

in punta di piedi;

sarebbe saggio non svegliarci.


Che tormento,

my darling sweeteart,

essere fuori tendenza:

un calzino spaiato,

un Vogue del 2002,

l'inchiostro sbiadito di

lettere d'amore intercontinentali,

sopravvissute a postini furfanti,

maltempi interiori

e pellegrinaggi chilometrici.


Allora, svelto!

Tira fuori i cartamodelli,

cuciamoci addosso

una storia a pennello,

reinventiamoci all'ultima moda,

rinnoviamoci ancora, un abbonamento

senza data di scadenza.


Sopra ogni cosa,

ritroviamoci sempre,

come telecomandi, chiavi, accendini

e grandi amori cinematografici.



                                             ***


RITI CONCLUSIVI


Fatti un bagno lungo e caldo,

anche nei 35 gradi di un'estate toscana.


Ordina multipli Spritz,

fidati, il dottore ti direbbe lo stesso, ma

- per tua fortuna - oggi te li prescrivo io.


Piangi, molto e spesso,

o poco e una sola volta :

piangere è gratis.


Coccola gatti, cani, pappagalli e salamandre

per ricordarti degli affetti limpidi e puri.


Se proprio devi, lanciati contro i muri,

concretizza con lividi violacei quel che hai dentro,

portali come un  marchio ( le lo sei scelto ).


Ricomincia a fumare,

ma solo per tre giorni.

Spazzolati i capelli,

100 volte alla Melissa P.

o quante volte ti sembreranno sufficienti,

48, 62 o 1123.


Abbandonati alla tristezza,

esplora l'intera dimensione di questa perdita

ma per non eccedere le 72 ore.


Prendi due giorni di malattia

e vattene al mare.


Piangi al suddetto mare.


Abbracciati guardando il tramonto

( vedrai che ti basti ).


Aggiungi uno smalto rosso o un rossetto verde

alla collezione di quest'ultimi

e dagli un nome regale, tipo

Caterina de' Medici o Alessandro Magno.


Toccati, riappropriati del tuo piacere,

che non conosca altri nomi al di fuori del tuo.


Ricordati di bere acqua,

bevi sempre molta acqua

( specie se - come nel mio caso,

le lacrime sono un vizio di famiglia ).


Tagliati i capelli,

cliché necessario e catartico.


Cospargi abbondante glitter

sulle palpebre ( questo per dirti:

rimettiti con forza le stelle negli occhi ).


Come si fa con la pancia delle donne incinte

lascia che i tuoi amici ti sollevino

per alleviarti il dolore.


Metti due cucchiaini di zucchero nel caffè

per far sì che ti sia dolce questa solitudine.


Fai il bucato,

cambia le lenzuola,

svuota gli armadi di tutto quello che non serve più

( è buona pratica per quello che viene dopo, vedrai ).


Infila vecchie lettere e cartoline in libri che non ti sono piaciuti

( non scivoleranno fuori per caso ma saprai dove trovarle nel caso tu voglia

rivisitarle quando ti mancherà di cosa scrivere )


Smetti di aspettare,

di misurare passato e futuro

in unità - tempo relative.


Lascia andare e perdona, se puoi,

e se non puoi nessuno ti additerà :

mica siamo cattolici noi.


Finalmente scrivi circa 15 poesie,

se non scrivi leggi i tuoi poeti preferiti

( stai alla larga dalle poesie d'amore,

errore da principianti ),

e se non hai poeti preferiti,

chiedi a me che ne ho

abbastanza anche per te.





                              Lisa Cernilogar    da   Riti conclusivi