martedì 16 novembre 2021

IL CONCETTO DELL'AMORE IN AGOSTINO 2

 

(...) Questo amor si rovescia in metus. : " Nessuno dubita che non ci sia un altro motivo di timore all'infuori di quello che si ha temendo di perdere ciò che amiamo - dopo averlo ottenuto - o di non ottenerlo, dopo averlo a lungo sperato". La paura della perdita ha origine nel voler possedere e nel voler mantenere propri dell' appetitus . Nel momento del possesso, il desiderio si trasforma in paura. Così come il desiderio desidera il bene, la paura teme il male. Il male, che la paura fugge, minaccia la vita felice consistente nel possesso del bene. Finché l'uomo desidera le  res temporales, si espone costantemente a tale minaccia e al desiderio di possedere corrisponde sempre il timore della perdita. I beni temporali nascono e periscono indipendentemente dall'uomo che è legato ad essi attraverso il desiderio. Legato, attraverso il desiderio e la paura, ad un futuro di cui si ignora ciò che produrrà, il presente perde ogni calma, ogni possibilità di godimento e insieme il suo significato originario. Ogni presente è determinato, non solo dal futuro in quanto tale, ma anche da eventi specifici temuti o attesi,, che il soggetto desidera e a cui cerca di pervenire o che fugge e fa deviare il suo cammino. La beatitudo consiste nell' habere, tenere un bene e tanto più nella sicurezza di non perderlo. Tale significato negativo della sicurezza, unica garanzia del possesso reale del bene, non può essere compreso se non sulla base della determinazione concreta del bene stesso. Bene e male sono buoni e cattivi per colui che vuole vivere felice. Agostino mostra che tutti gli uomini vogliono vivere felici, ma che ognuno intende una cosa diversa per felicità e per i beni che le ineriscono e che egli di conseguenza desidera. Cionondimeno essi concordano nel voler vivere felici. Ne consegue che la beata vita è la vera vita intesa diversamente da ciascuno. La vita minacciata costantemente dalla morte non è vita, in quanto è perennemente esposta al rischio di perdere ciò che è, pur essendo peraltro sicura di perderlo un giorno. La vita felice si trova là dove il nostro essere non incorrerà nella morte. Il bene -dunque - al quale aspira l'amore è la vita, e il male - che la paura fugge - è la morte. La vita felice è quella che non può essere perduta. La vita terrestre è una mors vitalis  oppure una vita mortalis,una vita inscritta nella morte. Tale vita diventa una costante paura. " Ma se si teme che si ponga termine alla buona salute e alla vita, allora non è più vita. Infatti, non è vivere sempre, ma temere sempre."  (...)



                    Hanna  Arendt   da   Il concetto d'amore in Agostino



5 commenti:

  1. Ille mi par esse deo videtur,
    ille, si fas est, superare divos,
    qui sedens adversus identidem te
    spectat et audit
    dulce ridentem, misero quod omnis
    eripit sensus mihi: nam simul te,
    Lesbia, aspexi, nihil est super mi
    vocis in ore,
    lingua sed torpet, tenuis sub artus
    flamma demanat, sonitu suopte
    tintinant aures, gemina teguntur
    lumina nocte.

    .........

    Carme 51 (Catullo)

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    1. "Otium, Catulle, tibi molestum est:
      otio exsultas nimiumque gestis:
      otium et reges prius et beatas
      perdidit urbes."

      E' la continuazione del Carme, ma potrebbe anche essere la spiegazione dell'infelicità del poeta.

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  2. L'avevo omesso per concentrarmi sul tema dell'amore e dei suoi effetti... 💔

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  3. Certamente: distruttivo è il senso del possesso che SEMPRE porta con sé la paura della perdita.
    E così si vive ( da poveri! ) e male.

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