Tu vai verso la scomparsa, al largo...
Non siamo nessuno, eppure
un nome ci è dato.
Contro di lui, angelo profondo,
inconfessato, ci stringiamo.
Vi è un'origine - infima -
dove nome e corpo si riuniscono
spiegano le loro arcani
estasi, pianta ardente
che rivela la poesia.
Il tuo nome tocca la tua ferita.
***
La tua mano, traccia d'avvenire,
apre una vena
nel cuore del pomeriggio.
Sulla guancia, la pelle, il silenzio,
il gong della pioggia, dell'orologio
sono eternità palpabili,
è la vacanza di un'ora
strappata al tempo - tutta nuova
sotto la tua mano , caldo focolare
io interamente rannicchiata .
***
Mistero del - sì.
Anello, sillaba
senza vestito né sguardo,
ala del Verbo
soffio bevuto - di bocca
a bocca raccolto
unione, fiati,
finale del senso.
Per mare, a terra,
sul bordo della labbra
nel cielo di strascico
il suono blu
la parola del sì
irradia.
***
Al centro della favola, l'isola
come un tatuaggio indelebile.
Addomesticata la sua forma
più dolce di corolla:
la sera la solleva.
Odore di belle di notte
al segreto dei muri
il paese chiude la collina.
Nel suo sillabario, sconosciuta
la lucertola - senza passato.
***
L' approssimarsi,
stare indietro, abbandonarsi
tu lo senti lo scivolamento,
la caduta, l'inchiostro del cielo,
la brace delle stelle, le nuvole.
Saranno simili da così lontano
laggiù?
Ti abbandoni allo spazio
raro, l'approssimarsi.
***
Sulla barca
tu respiri
le fumarole del blu.
L'acqua bolle,
mescola un fiore frizzante
parcelle di zolfo
rifrazione
la luce leviga la memoria
per qualche ora
l'illumina.
La terra si dissolve
fino al cielo, all'acqua
tu vai verso la scomparsa
al largo.
Sylvie Fabre da L'infinito approssimarsi
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