lunedì 1 novembre 2021

AMORE E MORTE DI DAVID MARIA

 



                                                   Ma quando da morte passerò alla vita...





Ma quando da morte passerò alla vita,

sento già che dovrò darti ragione, Signore.

E come un punto sarà nella memoria

questo mare di giorni.

Allora avrò capito come belli

erano i salmi della sera;

e quanta rugiada spargevi

con delicate mani, di notte, nei prati,

non visto. Mi ricorderò del lichene

che un giorno avevi fatto nascere

sul muro diroccato del Convento,

e sarà come un albero immenso

a coprire le macerie. Allora

riudirò la dolcezza degli squilli mattutini

per cui tanta malinconia sentii

ad ogni incontro con la luce.

Allora saprò la pazienza

con cui m'attendevi; e quanto

mi preparavi, con amore, alle nozze.

Ed io non riuscivo a morire.

Piangevo, mentre ti pascevi,

della mia solitudine. Mai

canto di gioia intonò il mio cuore,

stordito dalla fragranza delle creature.

Ogni voce d'amore era singulto. Invece

eri Tu che odoravi nella carne.

Tu celato in ogni desiderio,

o Infinito, che pesavi sugli abbracci.

Uno stesso tremolìo  - o bufera - sulla superficie

del mare come dentro le onde del calice. Eri

dovunque. E gli altri intanto

si baciavano solo sulla bocca,

ma io ti mangiavo tutte le mattine.

E allora perché, perché

ero così triste?




                          David Maria Turoldo  da   Udii una voce



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