lunedì 31 dicembre 2018

VOLER BENE A UNA PERSONA

 
 

                                                 Non farli stare male… non farli andare via…


Voler bene a una persona
è un lungo viaggio -

rupi, cadute d'acqua e bui
improvvisi, dilatati
il chiuso di foreste,
lampi a volte
sul silenzio così vasto del mare

e strade sopraelevate e grida

viali immersi all'improvviso
in una luce sconosciuta.

Voler bene a uno, a mille, a tutti
è come tenere la mappa nel vento.
Non ci si riesce, ma il cuore
me l'hanno messo al centro del petto
per questo alto, meraviglioso fallimento.

Sugli altipiani di ogni notte
eccomi con le ripetizioni e le mani rovesciate della poesia:
non farli stare male, sono tuoi, non farli andare via.



                  Davide Rondoni    da      Avrebbe amato chiunque


L'ULTIMA NOTTE ( dell'anno )

 
 

                                        Un' ombra che torna e va col passare della luna…



Potrei avere mille cose da dirti- adesso -
pensieri in punta di lingua da spendere
in cambio di un bacio.

Potrei scriverti di incanti e meraviglie
tra le braccia della notte, mentre dormi
altrove - nella terra di nessuno - cullato
da un'ombra che torna e va col passare della luna.

Non avresti altra donna all'infuori di me
- al mattino - ad accogliere il tuo sguardo assonnato,
alcuna parola che non sembri frastuono
nell'estasi tiepida del nostro non dirci.

Come una marea, una lacrima  sfuggita dalle ciglia
apparirebbe a farti navigare tra i miei fioriti flutti.
Incontro al sole.


                              
                               frida




L'ULTIMO GIORNO ( dell' anno )

 
 

                                                           Avanza sempre una frangia di vita…


L' ultimo giorno dell'anno
non è l'ultimo giorno del tempo.
Altri giorni verranno
e altre cose e ventri ti comunicheranno
il calore della vita.
Bacerai bocche, strapperai lettere,
farai viaggi e tanti festeggiamenti
di compleanni, laurea, promozioni e gloria,
una morte dolce con sinfonie e cori,
tanto che il tempo sarà colmo
e non sentirai il clamore,
gli irreparabili ululati
del lupo, nella solitudine.

L'ultimo giorno del tempo
non è l'ultimo giorno di tutto.
Avanza sempre una frangia di vita
in cui si siedono due uomini.
Un uomo e il suo contrario,
una donna e il suo piede,
un corpo e la sua memoria,
un occhio e la sua luce
una voce e la sua eco,
e chissà... anche Dio.

Accetta con semplicità questo dono del caso.
Ti sei meritato un altro anno di vita.
Vorresti vivere per sempre e consumare la faccia dei secoli.
Tuo padre è morto, anche tuo nonno.
Anche in te molto si è estinto,
il resto sbircia la morte,
ma sei vivo.
Ancora una volta sei vivo,
e col bicchiere in mano
attendi l'alba.

La risorsa del bere.
La risorsa della danza e del grido,
la risorsa della palla colorata,
la risorsa di Kant e della poesia,
tutte insieme… e nessuna serve.
E' tutto pulito, in ordine.
Il corpo esausto si rinnova nella schiuma.
Tutti i sensi - all'erta - funzionano.
La bocca sta masticando vita.
La bocca si ingozza di vita.
La vita scorre dalla bocca,
imbratta le mani, la strada.
La vita è grassa, oleosa, mortale, surrettizia.

                                Carlos Drummond De Andrade


                              ***


FINE DELL' ANNO

Né la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l'altopiano di questa notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell'enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito,
perduri qualcosa in noi:
immobile.

                                    Jorge Luis Borges


                                        ***


INCAMMINARCI

Al giro di boa ancora fiammeggiano le querce,
celebriamo il passaggio dell'anno, del fuoco:
quello appena nato non può temere il gelo,
tutte le foglie lo trattengono nel calore
fin che possa liberare le ali piumate,
ruotare sopra noi che dormiamo.
Incamminarci.

                                          Antonio Porta



mercoledì 26 dicembre 2018

ABBI CURA DI TE

 
 

                                                E' di quell'amore - sì - che vorrei parlare…


Di quell'amore che divora a morsi le ore
con il fiato rappreso e ferite sulle corde
sfibranti dell'attesa…

Di quel capire privo - eppur sazio di parole -
a seminare terra  di speranza tra un colpo
e l'altro inferti al cuore…

Di quell'amore scagliato oltre le domande,
al di là del ragionevole dubbio, per ridare
vita a pianeti esplosi…

E' di quell' amore - sì - che vorrei parlare.


                                
                              frida


ILGIORNO DOPO





        
                                                                             frida


        ( a presto ! )


martedì 25 dicembre 2018

PROSPETTIVA INSONNE

 
 

                         Cade ogni mia lacrima ad accogliere - tiepida - il  tuo stare….


                                                 
                                                                                        ( Da questa altezza non si
                                                                       torna indietro ). R.B.
                              
                                                             
DELLA NOTTE

Hai gli occhi liquidi
come laghi d'agosto
tu che ha paura della notte.
" Arriverà " dici
ma io
- tu ancora non lo sai -
non spengo mai la luce.


                                         ***


FUORISCHEMA

Ora che ti ho visto
posso dire di aver dimenticato
com'è quel torpore sordo
di strade senza acque.
Ora che ti ho visto
credo d'aver immaginato
un rimorso scandito
dai tuoi occhi grandi
mentre scade il giorno.


                                            ***


STARE

Hai questo accartocciarsi
nello sguardo che ti rende lieve
come l'autunno e cade
ogni mia lacrima ad accogliere
tiepida il tuo stare.


                                     ***


COME UN INSETTO

Ti camminerei eternamente
con l'indice e il medio
sulla schiena. Come un insetto
con il temporale fuori.
E il mare dentro.


                                       ***


NON TI CHIEDO PAROLE

Non ti chiedo parole, forme,
albicocche sempre mature.
Ti chiedo di affiancarmi nei tempi aridi
che il gelo esistenziale scaglia contro come
pietre. Siamo condannati a vivere,
ad avere gli stessi rimpianti, siamo
uguali alla ruota del carro
che chiunque attende. Questa vita
ci costa la rivoluzione.


                     Rachele   Bertelli     da      Prospettiva insonne



GLORIA

 
 

                                                                        Gloria di suoni e d'ali…


Con un'arancia in mano, abita il prato
un fanciullo di luce e d'aria tenue.
Gloria di suoni e d'ali, e risa ingenue
e profumi celesti hanno creato
                                   il suo bel capo biondo
                                   ove sorride il mondo.

Fili di sole e uccelli lampeggianti
fanno ghirlanda angelica al suo riso
- esalando - in quel volto, un paradiso
tessuto in oro tacito dai canti
                                 degli angeli corali
                                 che fanno rullii d'ali.



                Arturo  Onofri     da     Vincere il drago


AUGURI...auguri ...

 
 



                                                                                da   frida



BELLEZZA

 
 



                               Auguro a tutti una giornata di Bellezza!


                              frida

lunedì 24 dicembre 2018

LA NOTTE

 
 


" O Nuit,
  viens apporter à la Terre
  le calme enchantement de ton mystère.
  L' ombre qui l'escorte est si douce!
  Si doux est le concert
  te tes voix chantant l'espérance;
  si grand est ton pouvoir
  trasformant tout en reve  heureux "


                                      ***

" O Nuit!
   o laisse encore à la Terre
   le calme enchantement de ton mystère.
   L'ombre qui l'escorte est si douce!
   Est il une beauté
   aussi belle que le reve?
   Est il de vérité
   plus douce que l' espérance.


                                 ***



" Oh Notte!
  Vieni a portare alla Terra
  la calma affascinante del tuo mistero.
  L'ombra che l'accompagna è così amabile!
  Sì dolce è il concerto
  delle tue voci che cantano la speranza;
  sì grande è il tuo potere
  di trasformare tutto in gioioso sogno."

                                ***


"Oh Notte!
  lascia ancora alla Terra
  la calma affascinante del tuo mistero.
  L'ombra che l'accompagna è così dolce!
  E' una bellezza
  tanto bella quanto il sogno?
  E' una verità
  più  dolce della speranza "


                        ( f )


DOMANI

 
 

                                           Non sarà il canto delle sirene che ci innamorerà…


Difenderò questa notte dal pugnale
di pensieri assassini, affinché la paura
non bussi alla mia porta e la luna
non mi sorprenda timorosa.

Difenderò le mie stelle, compagne
di segreti e vissuti silenzi e poi tutti
i miei sogni dall'inquieto dormire.

Difenderò la mia silenziosa pace
nei pensieri in cui confido - il caldo
giaciglio ove riposo.

Difenderò il mio debole coraggio
e questa forte speranza, perché domani
voglio ancora scrivere
parole di ferro e di fuoco.


                       frida


VIGILIA DI NATALE

 
 
 
 " Ciò che non si può dire, e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime " . Victor Hugo


AL DIO CHE NASCE

La tua vita mi tiene
in piedi, il tuo sguardo
mi dà coraggio a guardare
avanti, dove tu camminasti
alle origini del mondo, dove
ancora attendi il pellegrino.
Ed ecco tocco le cose
e mi rispondono, le creature
mescolano riso e pianto
entro le mie mani, bevo
e nella faccia ritrovo
il mio volto d' Adamo.
Un volto antico di pena,
un volto giovane di speranza.


             Marcello Camillucci    da    Tra il fuoco e la luce


                                  ***


IL NATALE

Figlio d' Adamo, sopra il limitare
del tempo fermo con la fronte china
riprendi la speranza - ora - e l'andare

verso l'eternità lieto cammina :
ad ogni passo che fai col cuore,
nella dolcezza il cuore tuo sconfina.

Risplenderà per sempre in te il candore
di quest'aperta fanciullezza pura;
più della croce immensa di dolore,

la croce infante che alla terra dura
fan queste braccia tenere d'invito;
più del brillar del sangue sull'altura,

il fiore nel suolo, da un vagito,
di questi occhi sereni all'improvviso,
in cui raggiando amore, l'infinito

è divino e umano in un sorriso.


                    Luigi  Fallacara     da      Poesie


                              ***


MARIA

Sono la donna più gravida  del mondo :
non mi ricordo neppure come avvenne.

Lo sento che sorride e che mi scalcia
dentro, al buio,
rompe le acque e viene

Luce da luce, Figlio
dell'unica figlia de padre.

E' il tempo della puerpera e del grano.

Siate felici.

Nella dimessa luce dell'avvento
siete comete che annunciate lo stesso
vostro Natale


                     Marco Guzzi   da      Teatro cattolico


                                   ***


CAMPANE DI NATALE

Per gli umili e per i grandi
suonano tutte nella notte santa.
Per le case vicine e le lontane
degli angeli la schiera in cielo canta.
C'è una santa donna che cercava
col suo sposo un posto per dormire.
Cercava - la Madonna - e non trovava,
e il Figlio di Dio dovea venire.
Dovea venire in terra per morire
sopra la croce, martire d'amore,
dovea venire in terra per patir
tutto il tormento dell'uman dolore.
Cercava - la Madonna - e non trovava.
Infin l'accolse una capanna pia,
sulla capanna il ciel chino vegliava
e sul Figlio divino di Maria.

Campane di Natale, ora v'imploro
che portiate al Signor la mia preghiera.
Oh, non ci sia nessuno senza ristoro
nel chiaro giorno e nella notte nera!
Campane di Natale, non ci sia
chi cova l'odio triste nel suo cuore;
intenda ognun la santa poesia,
la vostra voce di fraterno amore.

                      Luigi  Orsini      da      Armonie


                               ***


LA NOTTE DI NATALE

Mamma, chi è che nella notte canta questo canto divino?
Caro, è una mamma poveretta e santa che culla il suo bambino.

Mamma, m'è parso di sentire un suono come di ciaramella…
Sono i pastori, mio piccolo buono, che van dietro alla stella.

Mamma, c'è un batter d'ali, un sussurrare di voci intorno…
Sono gli angeli discesi ad annunciare il benedetto giorno.

Mamma, il cielo si schiara e si colora, come al levar del sole…
Splendono i cuori degli uomini: è l'aurora del giorno dell'amore.


                       Diego Valeri   da   Il Campanellino



domenica 23 dicembre 2018

L'ANNUNCIAZIONE





           " Ecco la serva del Signore : avvenga per me secondo la tua parola"


" In quel tempo. L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
   della Galilea chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa
   di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine
   si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:" Rallegrati, piena di
   grazia: il Signore è con te." A queste parole ella fu molto
   turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
   L' angelo le disse:" Non temere - Maria - perché hai avuto grazia
   presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo
   chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'
   Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e
   regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non
   avrà fine. Allora Maria disse all'angelo: " Come avverrà questo,
   poiché non conosco uomo?". Le rispose l'angelo: " Lo Spirito
   Santo scenderà su di tee la potenza dell' Altissimo ti coprirà con
  la sua ombra.Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato
  Figlio di Dio.Ed ecco,Elisabetta, nella sua vecchiaia ha concepito
  anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta
  sterile: nulla è impossibile a Dio. ". Allora Maria disse: " Ecco la
  serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".

                           ( Lc  1, 26 - 38 a  )


                                   ***


L'ANNUNCIAZIONE

L' annuncio era nell'aria
sospeso e acerbo
preparato da un'ala di colomba
di nido appena uscita
dalla candida tempera del sole.
Perché nascesse il Verbo
bastava un niente puro, un puro grido.
Tutto un cereo tremar d'immacolata
luce, e soltanto l'ombra inginocchiata
era l'angelo chiuso sulla soglia
troppo rossa, s'avanzò allora il giglio.
Bastò solo alla Vergine vedere
e fissare quella luce di profumo
per sentirsi divinamente madre.
Mentre il giglio bruciava impallidendo
come un cero istantaneo,
era già il dolce Figlio
nel suo nido di paglia come il grano,
insanguinava già l'albero umano.

                                Corrado Govoni    da   Poesie


                                         ***


MATER CREATORIS

E me stago a pensà co' maravegia
le lontananze grande del to amor;
tu geri solo 'i càlisse d'un fior
e un canto te tigniva sveglia.

Tu geri un rosignol sul ramo
che non dorme le note e sempre canta;
e quel to canto gera un gran reciamo
per la tempesta santa.

Cussì de tu xe nata la parola
che in fior ha fato 'nda l'abisso,
el glorioso nuvisso
che fra le stele splende e svola.



                                                                         *


( E sto a pensar con meraviglia
le lontananze grandi del tuo amore;
tu eri solo il calice di un fiore
e un canto ti teneva sveglia.

Tu eri un usignolo sul ramo
che non dorme di notte e sempre canta;
e quel tuo canto era un gran richiamo
per la tempesta santa.

Così da te è nata la parola
che in fiore ha fatto andare l'abisso,
lo sposo di gloria
che fra le stelle splende e vola.)


                      Biagio  Marin   da    Le litanie de la Madona


             

sabato 22 dicembre 2018

VIENI VIA CON ME...

 
                                              Mi hai detto di darti fiducia e che non sei cattiva...



Prima di andare, nuotando
nel mio sonno hai detto
Ricordati che gli adempimenti
hanno la forma del futuro.

Poi hai chiuso l'inizio con la fine.


                                         ***


Le bambine rimaste molto da sole
da grandi sono donne irresistibili.
Così sono le sirene.
Si vedono la sera a certe latitudini
nuotare nell'acqua fluorescente
la pelle dolce, d'incanto, e sotto di rame.
A volte, di giorno escono dall'acqua
e sentono rifiorire il rimpianto.


                                           ***


Lo sai che il mondo intero e dentro
ogni atomo per sé contiene troppe cose,
più di tutto il siero e la viltà.

Sono troppo bella per perdere così
e aspettare qualcosa da te...

hai detto baciandomi lentamente
nel chiaroscuro dei bambù.


                                             ***


Sempre dopo la furia - ingrati
l'uno dell'altra - ti sento
vibrare di delusione
e sento il mio privilegio franare,
la mia bella vita ossidarsi e finire.


                                              ***


Non è come nel bosco la paura
quando sprofondi e non vedi più
il sentiero tra i rovi e l'erba alta,
né la riga dei sassi bianchi
lasciati da qualcuno per te.

Nel pieno sole del mattino
sottovoce tremando, di spalle
alla falsa profondità del verde,
mi hai detto di darti fiducia
e che non sei cattiva.


                                            ***


Ti giri senza peso e ti perdo che sali
tra le foglie della magnolia
fino alle prime stelle del buio.
So di te cose buone e cose feroci
ma ti sogno sempre felice.


                                           ***


So che alla fine sarà un altro
a baciarti nella giungla australe
avendo trafitto il drago.
L'hai sempre saputo anche tu:
nessuno è giusto per sempre.


                                           ***


Oggi la luce va sotto le cose
e le solleva di stravento.
Anche noi d'altronde perdiamo
le nostre abitudini e proprietà
forse a causa della nostalgia.



           Antonio Riccardi   da     Acquarama e altre poesie d'amore

   

VIVERE

 
 

" Diceva che il luogo ideale per dormire era la tomba di una persona amata " . A. Kristof


Nascere

Piangere succhiare bere mangiare dormire aver paura

Amare

Giocare camminare parlare andare avanti ridere

Amare

Imparare leggere scrivere contare
Battersi mentire rubare uccidere

Amare

Pentirsi odiare fuggire ritornare
Danzare cantare sperare

Amare

Alzarsi andare a letto lavorare produrre
Innaffiare piantare mietere cucinare lavare
Stirare pulire partorire

Amare

Allevare educare curare punire baciare
Perdonare guarire angosciarsi aspettare

Amare

Lasciarsi soffrire viaggiare dimenticare
Raggrinzirsi svuotarsi affaticarsi

Morire.



                 Agota  Kristof     da        Chiodi


venerdì 21 dicembre 2018

FELICITA' & VIAGGI

 
 


                                       Quindi…         vi auguro
                                    di viaggiare tanto…


                                        frida


ANGINA D'AMOUR

 
 

                      L' amore non si può contare o indossare cambiando taglia…

                                                           Ciò che avrebbe potuto essere
                                                           è astrazione che rimane
                                                           possibilità perpetua
                                                           solo nel mondo della speculazione.

                                                                   (Burnt  Norton )

Mi chiudi con le mani il cappotto
non avevo mai visto tanto amore
luccicarmi in fronte o nei paraggi.
Poi lo abbiamo fatto davvero l'amore
un amore lungo uno scalpiccio ventricolare
quello dei resuscitati degli eccitati vinti.
Non possediamo niente a parte il nome
e la carne fossile di qualche ricordo.
Questa poesia
 non l'ho scritta io
l'ho trovata per caso e decifrata
sopra il tuo petto.


                                           ***


La prima notte facemmo l'amore
tre volte ma si tratta di un errore
un semplice sbaglio nel conteggio
del resto parliamo di un filo
con poca matematica tra pelle
e pelle che si strofina
quindi l'amore è statica
oppure calamita
ma non si può contare
o indossare cambiando taglia.
E' una foglia per coprire
le nudità o l'odore di vecchio.
Del resto non hai ricordato
di quella prima notte confusa
nella trigonometria sentimentale
numeri primi
come il tre
accendono lo sguardo algebrico
di me di te e di sé.


                                        ***


Sillaba mancante del mio nome
fa' che il tuo sangue cacci il demone
e prosciughi il dolore che ci bagna
le sopracciglia le unghie le affinità.
Sapessi che lame sono queste poesie:
sbriciolo la polvere per farne costellazione.
Fai un laccio alle finestre
guarda e richiudi la cerniera lampo
sulla cucina sui piatti
sulle nostre vite di ceramica.
Dimentica di me le assenze
che non furono mai presenze.
Pietà dei vecchi
pietà del vento che ci trucca.


                                      ***


Né tu né io
abbiamo avuto vita propria
e poi l'ardore la crescita
il sacrificio
ciò che resta è mosso
e nutre di tempo
quelli che annusano terra ed evitano semi
- siamo materia di nutrizione -
le mammelle degli attimi
la ricomposta azione
nel seno senza un corpo.
C'è silenzio nei pronomi
sotto la bouganville.
- C'è silenzio nelle ferite -
nei giardini chiusi al tramonto
e c'è silenzio dove la morte non arriva
e l'inverno sostituisce un altro inverno.


                                    ***


La tua testa contiene tutto il mondo
i sogni piangono come treni che si incrociano.
Ogni amore conosce la propria fine
nel momento del primo bacio.
Nei licheni d'ottobre
può essere che il brivido
abbia di nuovo un cuore.


                                   ***


Quanto inutili le spine ai bordi
di un cerchio pieno di crepacuore.
Ogni giorno una salvezza provvisoria
la notte non spaventa niente
gli esistenti alla fine pérdono
cose che non gli appartengono più.


                                       ***


C'è una crepa nella tua immagine
chi abbiamo perso viene ricordato
senza imperfezioni e mancanze
la tua morte è il mio assassinio
mi hai abbandonato
nel fallimento del lutto.



                 Giulio  Maffii     da      Angina d'amore



giovedì 20 dicembre 2018

RIPRESA DEL DESTINO ( e della diagnosi ) 1

 
 
 
Foto di Marcel Proust sul letto di morte
 
 
(..) Non penso certo che l'insorgere di una malattia neoplastica opl
       possa essere riconducibile a fattori psichici ( come accade
       ancora di leggere in qualche presuntuoso scritto di
       impostazione psicosomatica ), né considero le neoplasie alla
       stregua di malattie incurabili e fatali. Temo però che alcuni
       degli argomenti usati da Sontag per de - psicologizzare la
       malattia - nella convinzione che questa possa essere guardata
      in modo puramente " oggettivo", possano rivelarsi dei
      boomerang. Con l'acqua sporca della spiegazione psicologica,
      Sontag getta via il bambino dell' " implicazione psicologica"
      della malattia, la necessità di comprenderla nel confronto con
      la mortalità e il limite, sciagurata occasione di conoscenza di
      sé e possibile paesaggio, - passaggio - trasformativo.
      All'appuntamento con la malattia, non tutti arriviamo tenuti per
      mano dalla razionalità dell'evidenza scientifica e dalla laicità
      di un pensiero non metaforico. Non si tratta- come direbbe
      Sontag -  di separare materia e spirito, ma di capire che, oltre
     alla malattia ,c'è il malato con la sua storia personale e sociale,
     le sue metafore e rappresentazioni. E se non è dal malato che
     dipende l'esito della malattia( la famosa " volontà di guarire " ),
    da lui possono dipendere il percorso,la narrazione e l'esperienza
     E' l'inevitabile confronto soggettivo tra l'umano e le sue malattie
     Ammalarsi è un fatto che mette in azione il nostro sistema di
     difese psichiche, non solo immunitarie. Chiama in causa la
     nostra personalità e le nostre conoscenze, il nostro sviluppo
     psichico e il nostro sistema cognitivo. Non si tratta di sposare il
     paradosso che fa scrivere a Kafka :"Nella malattia rivelo tutto il
     mio essere. Nella malattia mi sviluppo, cresco come un fiore,
    trovo la mia vera vita ". Né significa metaforizzare la malattia
    idealizzandola fino ad affermare con T.Mann che "nella malattia
    consiste la dignità dell'uomo " o addirittura " la sua nobiltà " e
    che, in poche parole " l'uomo è tanto più uomo quanto più è
    malato ". (…)


                  Vittorio Lingiardi    da    Diagnosi e destino