giovedì 6 dicembre 2018

LE POESIE DI SEFERIS


                                                   Chi valuterà per noi la decisione dell'oblìo?


FUGA

Non altro che questo era il nostro amore
fuggiva, tornava e ci portava
una palpebra china assai distante
un sorriso pietrificato, perso
nell'erba mattutina
una conchiglia strana che l'anima
tentava con insistenza di spiegare.

Non altro che questo era il nostro amore
frugava piano tra le cose intorno a noi
per spiegare perché ci rifiutavamo di morire
tanto appassionatamente.

E se ci reggemmo a lombi, se abbracciammo
altre nuche con tutta la nostra forza,
e confondemmo il respiro
al respiro di quella persona
se chiudemmo gli occhi, non era altro
che questo profondo desiderio di sorreggerci
nella fuga.


                                    ***


LA RAGAZZA TRISTE

Sul sasso della pazienza
sedesti verso sera,
e il nero della pupilla
svelava il tuo dolore;
e sulle labbra avevi
la linea che trema nuda
quando l'anima si fa arcolaio
e pregano i singhiozzi;
avevi in mente la melodia
che muove alle lacrime,
eri un corpo che dalle estremità
ritorna al frutto;
ma lo strazio del tuo cuore
divenne senza un gemito
il senso che dona al mondo
un cielo pieno di stelle.


                                       ***


SCOLII

Sulla veranda si era fatta sera
la fretta batteva le ali a noi vicina
e nei due cuori aveva la sua tana
una confessione contrapposta.
Sfiorita la voce infruttuosa
sui labbri sciami di errori a iosa
solo dal fondo del corpo, cielo,
aspettavamo della grazia il velo.
Il buio ronzava nella villa
e dalla luce della stella a oriente
fino al magnete dei tuoi capelli,
ricorda l'angelo trascendente
all'improvviso con rapidi anelli
caduti, due ventagli nel pensiero
che con la stessa implorazione
leggevamo come un evangelo.
Donna estranea al mio cuore,
bella donna adorata,
mi resta il tuo stupore
in questa sera insensata
dei tuoi occhi gli anelli neri
e l'orrore leggero della sera…
Chìnati, rientra nel tuo fodero
lama del mio silenzio, mia chimera.


                                  ***


ENGOMI

Il mondo
ritornava com'era, il nostro,
con il tempo e la terra.
Profumi di lentisco
si riversarono sulle pendici antiche della memoria,
grembi tra foglie, umide labbra;
e tutto si seccò d'un tratto nell'estesa piana,
nella disperazione della pietra, nella forza erosa,
nel luogo vuoto con l'erba rada e i rovi
dove strisciava un serpente spensierato,
dove impiegano molto tempo per morire.


                                ***


OBLIO

Chi ci leverà dal cuore questa pena?
Ieri sera un piovasco e oggi
il cielo coperto grava ancora.
I nostri pensieri
come gli aghi di pino del piovasco di ieri
ammucchiati sulla porta di casa e inutili
vogliono innalzare una torre che crolla.
In questi villaggi decimati
su questo promontorio esposto al vento del sud
con la linea dei monti che ti nasconde,
chi valuterà per noi la decisione dell'oblìo ?
Chi accetterà la nostra offerta in questa fine d'autunno?


                 Giorgio Seferis     da      Le poesie


4 commenti:

  1. Hai ragione.
    Ma da un Nobel per la Letteratura non ci si poteva aspettare nulla di meno...

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  2. Meravigliose toccanti da leggere più volte ed ogni volta si apprende qualcosa. Adoro la ragazza triste in pochi versi racchiude lo stato d animo della ragazza tristezza solitudine dolore. Un grande

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  3. Davvero.

    " Non altro che questo era il nostro amore..."
    La vera poesia si legge e si rilegge senza stancarsi mai.

    Grazie a te per il commento.

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