giovedì 13 dicembre 2018

PREPARIAMO IL CUORE...

 
 

                                                         Solo alla mia finestra non nevica mai…


LA FIABA DELLA LUNA E DELLA NEVE

       I

(…) Nevicava, nevicava. La Luna guardava che nevicava.
      Nevicava sui pianeti e sui loro abitanti. Ogni pianeta credeva
      di essere il solo o almeno il più importante pianeta, e ogni
      abitante credeva di essere se non il solo, almeno il più
      importante abitante.
      La Luna invece vedeva che erano milioni di milioni di milioni,
      tutti un po' diversi e un po' uguali. Su un pianeta la neve
      scendeva, su un pianeta la neve saliva, su un altro né scendeva
      né saliva, restava sospesa a mezz'aria, su un altro nemmeno 
      c'era l'aria, comunque su tutti, su tutti nevicava.

     " Solo da me non nevica mai…" pensava la Luna.


       II

    Natale, si festeggiava, si festeggiava. La Luna guardava che si
    festeggiava.
    Su un pianeta gli abitanti correvano- correvano, segavano
   milioni di alberi che chiamavano alberi di Natale per poi buttarli
   via; squartavano milioni di maialini che chiamavano arrosti per
   poi divorarli e ingrassare, ingrassare : erano tondi come lune
   piene. Su un altro pianeta gli abitanti non correvano - non
  correvano,piantavano milioni di alberi nuovi che poi chiamavano
  foreste;portavano vassoi di patatine arrosto a milioni di maialini
  scodinzolanti; mangiavano la neve, erano sottile e belli come
  quarti di luna. Su altri ancora la Luna non riusciva a vedere
  niente, parevano pianeti disabitati, eppure sentiva provenirne
  cinguettii a mille, come di mille campanellini di slitte.

 " Solo da me non si festeggia mai…"  pensava la luna.


   III

  Si guardò : tutto intorno a lei era fermo, muto, pietrificato. La
  Luna si immalinconì. Già altre volte le era capitato, ma questa
  volta di più.Il firmamento intero le dava malinconia. Stava lì
  appesa al cielo, mogia. Depressa, si potrebbe dire. Le veniva da
 piangere.Una Luna piangente,che cosa ridicola!Ma più pensava
  che cosa ridicola piangere, e più le veniva da piangere.
  Insomma: lacrime proprio lacrime cominciarono a scenderle in
  ordine sparso.
" Guarda,la Luna piange",disse qualcuno da un pianeta,guardando
   non so se in su o se in giù.
 " Ma no, la Luna nevica" Nevica? Sì, il gelo mutava le lacrime in
    cristalli di neve.
   La neve, posandosi sul paesaggio lunare, dava forma alle forme
   più strane: alcune sembravano grandi alberi dai grandi rami.
   Tutti - i volanti- senza casa del firmamento vi accorsero, alcuni
   vi costruirono persino nidi. Si sentirono subito cinguettii a mille,
   come di mille campanelline di slitte.
   Alla Luna, alquanto mutevole d'umore, venne quasi da ridere.
  " Guarda, la Luna sta ridendo! " , disse qualcuno da un pianeta,
    guardando non so se in su o se in giù.
    Fine della lacrime, fine della neve, ma ormai era fatta. Il
    paesaggio lunare era tutto bianco: sui finti alberi che sotto la
    neve sembravano veri alberi, i nidi ormai erano pronti, abitati:
    si cinguettava, si festeggiava a più non posso,
   " Era ora! " disse soddisfatta la Luna.

     Il firmamento non le dava più malinconia. La sua malinconia
     volò via. A volte ci si posa sulla spalla. A volte mi si posa sulla
     spalla.Per questo forse mi manca così tanto la neve, per questo
     a volte mi capita di borbottare: solo alla mia finestra non
     nevica mai…   (…)



  Vivian Lamarque  da     Natale d' Autrice (Racconti d' Avvento al femminile )

    

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