venerdì 21 dicembre 2018

ANGINA D'AMOUR

 
 

                      L' amore non si può contare o indossare cambiando taglia…

                                                           Ciò che avrebbe potuto essere
                                                           è astrazione che rimane
                                                           possibilità perpetua
                                                           solo nel mondo della speculazione.

                                                                   (Burnt  Norton )

Mi chiudi con le mani il cappotto
non avevo mai visto tanto amore
luccicarmi in fronte o nei paraggi.
Poi lo abbiamo fatto davvero l'amore
un amore lungo uno scalpiccio ventricolare
quello dei resuscitati degli eccitati vinti.
Non possediamo niente a parte il nome
e la carne fossile di qualche ricordo.
Questa poesia
 non l'ho scritta io
l'ho trovata per caso e decifrata
sopra il tuo petto.


                                           ***


La prima notte facemmo l'amore
tre volte ma si tratta di un errore
un semplice sbaglio nel conteggio
del resto parliamo di un filo
con poca matematica tra pelle
e pelle che si strofina
quindi l'amore è statica
oppure calamita
ma non si può contare
o indossare cambiando taglia.
E' una foglia per coprire
le nudità o l'odore di vecchio.
Del resto non hai ricordato
di quella prima notte confusa
nella trigonometria sentimentale
numeri primi
come il tre
accendono lo sguardo algebrico
di me di te e di sé.


                                        ***


Sillaba mancante del mio nome
fa' che il tuo sangue cacci il demone
e prosciughi il dolore che ci bagna
le sopracciglia le unghie le affinità.
Sapessi che lame sono queste poesie:
sbriciolo la polvere per farne costellazione.
Fai un laccio alle finestre
guarda e richiudi la cerniera lampo
sulla cucina sui piatti
sulle nostre vite di ceramica.
Dimentica di me le assenze
che non furono mai presenze.
Pietà dei vecchi
pietà del vento che ci trucca.


                                      ***


Né tu né io
abbiamo avuto vita propria
e poi l'ardore la crescita
il sacrificio
ciò che resta è mosso
e nutre di tempo
quelli che annusano terra ed evitano semi
- siamo materia di nutrizione -
le mammelle degli attimi
la ricomposta azione
nel seno senza un corpo.
C'è silenzio nei pronomi
sotto la bouganville.
- C'è silenzio nelle ferite -
nei giardini chiusi al tramonto
e c'è silenzio dove la morte non arriva
e l'inverno sostituisce un altro inverno.


                                    ***


La tua testa contiene tutto il mondo
i sogni piangono come treni che si incrociano.
Ogni amore conosce la propria fine
nel momento del primo bacio.
Nei licheni d'ottobre
può essere che il brivido
abbia di nuovo un cuore.


                                   ***


Quanto inutili le spine ai bordi
di un cerchio pieno di crepacuore.
Ogni giorno una salvezza provvisoria
la notte non spaventa niente
gli esistenti alla fine pérdono
cose che non gli appartengono più.


                                       ***


C'è una crepa nella tua immagine
chi abbiamo perso viene ricordato
senza imperfezioni e mancanze
la tua morte è il mio assassinio
mi hai abbandonato
nel fallimento del lutto.



                 Giulio  Maffii     da      Angina d'amore



4 commenti:

  1. Un linguaggio davvero curioso e ironico, a partire dal titolo...che richiama una patologia cardiaca...

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  2. Infatti.
    Anche qui - seppure in maniera diversa - si parla di una " patologia " del cuore.
    La scrittura di Maffii sa essere davvero intrigante.
    grazie de commento.

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