sabato 20 novembre 2021

RACHEL, L'EBRAICA

 


                                              Io sono così, quieta, come le acque del lago...







L' amore per la Terra d' Israele e il suo paesaggio, la lontananza dell'amato, la solitudine e la lotta contro un destino crudele, sono i temi dominanti della poesia di Rachel, la quale è stata a lungo la semplice espressione lirica delle gioie e dei dolori di una giovane pioniera. Solo negli ultimi anni, la critica ha riconosciuto l'indiscusso valore innovativo della sua opera. Lo stile semplice, colloquiale delle liriche di questa autrice ha rappresentato - infatti - un' autentica rivoluzione per la poesia ebraica dove, fino a quel momento, avevano prevalso i grandi temi collettivi, sorretti da uno stile ricco e complesso, talvolta addirittura oscuro. E sebbene il mito culturale della " povera e bella Rachel" abbia messo spesso in ombra l'importanza letteraria di questa autrice, i versi di Rachel celano, in realtà, una forza potente, la cui eco influenza ancor oggi la Poesia esordiente di quel Paese.








IO

Io sono così: quieta 
come le acque del lago,
amo la calma dei giorni ordinari, gli occhi dei neonati
e le poesie di Francis Jammes.

In giorni lontani la mia anima si vestì di porpora,
e sulle vette delle montagne
una sola cosa divenni coi venti impetuosi
e il grido dell' aquila.

In giorni lontani... questo è stato in giorni lontani,
i tempi cambiano
e ora, 
ecco, sono così,


                                         ***

NEL MIO GIARDINO TI HO PIANTATO

Nel mio giardino ti ho piantato, 
nel mio giardino segreto.
Intricati son divenuti i tuoi rami
e profonde in me le tue radici.

E dall'alba alla notte
non tace,non si placa il giardino
perché ci sei tu, tu 
con i mille uccelli del tuo canto.


                                                           ***

NELLA MIA GRANDE SOLITUDINE

Nella mia grande solitudine, una solitudine di animale ferito
ora dopo ora io giaccio. In silenzio.
La mia vigna l'ha spogliata il destino e non un solo germoglio è rimasto.
Ma il mio cuore - ormai vinto - ha perdonato.
Se davvero sono questi i miei ultimi giorni
voglio essere calma,
perché l'amarezza non intorbidi il quieto blu
del cielo, mio compagno di sempre.


                                                      ***

FELICITA' QUIETA

Il sole ha dissetato il cumulo di sabbia,
sul cumulo di sabbia - io e te,
e nel cuore -
una felicità quieta.

Mezzi colori, mezze voci,
non serve far domande, non serve dare risposte,
basta guardare, basta ascoltare.
La tua mano passa fra i miei capelli.
Nel cuore -
una felicità quieta,
un balsamo.


                                                     ***

NELLE NOTTI SENZA SONNO

Quant'è fiacco il cuore nelle notti senza sonno;
nelle notti senza sonno quant'è grave il giogo.
Stenderò allora la mia mano per recidere il filo,
per recidere il filo e finire?

Ma al mattino la luce, con la sua ala pura,
in segreto bussa alla finestra della mia stanza.
Non stenderò la mano per recidere il filo.
Ancora un poco, cuore mio! Ancora un poco!



                              Rachel Bluwstein     a cura di    Sara Ferrari





2 commenti:

  1. "Chiare, fresche, dolci" parole. Nella totale assenza di artificiosità brillano azioni consuete, vissute e rivissute, vive, pulsanti che prendono l'animo del lettore e lo trascinano verso un luogo sereno.

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  2. Sì. ogni tanto fa bene che anche la poesia esca da una sorta di " artificiosità " - come la chiami tu - per trovare ristoro, e pace e quiete in un cuore finalmente calmo e in pensieri sereni, senza che questo nulla tolga alla Bellezza e alle emozioni che suscita.

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