venerdì 26 novembre 2021

ANTE UN CUERPO DESNUDO


                                                             J. B. Lully -  De Profundis 



" Davanti a un corpo nudo" è orientato in modo peculiare e percussivo sul versante religioso - mistico e più che una raccolta di poesie, si potrebbe parlare di un unico, lungo poema diviso in 50 parti ( o stazioni ) perlopiù in prosa poetica. Non a caso i testi sono privi di titoli e il libro prende avvio da una descrizione di un atto particolare  (" Signore, sono inginocchiata davanti al tuo corpo nudo"...) e lo fa con un registro discorsivo che accentua i toni di un dialogo intimo, drammatico e intenso.

La contemplazione del corpo nudo fatta con gli occhi e con la preghiera, è un tumulto di luce palpitante, una fiamma viva che scalda il proprio corpo. E' un amore / passione che apre a nuovi e imprevisti sentieri, a esperienze che scuotono nel profondo; un amore / passione che dà senso alla propria solitudine e al passato e che lascia tracce inconfondibili nel bosco della vita, riempie un vuoto, un deserto, la devastante mancanza di amore del mondo.




Un corpo nudo è un albero privo di corteccia. Il suo silenzio non ha bisogno della fioritura che riveste le lacerazioni. Un corpo spoglio sa che nessuno può vedere la sua nudità : nella sua carne scorre un fiume di solitudine. Alle tre del pomeriggio quel mare si fece oscuro. Alle tre in punto del pomeriggio la tua nudità gonfiò di amore tutto il mio corpo. Ci sono passioni che bruciano le radici, ci sono amori che ardono più di mille pagine di pergamena.

 Anche fuori dal vaso arderebbe il fiore.



                                              ***


Vorrei donare il mio corpo come tu hai donato il tuo per un bene più grande. Ma spossata è la carne e debole e debole questo mio spirito. Non avrei potuto spostare la pietra che giaceva sulla tua morte e che solo Maddalena ha saputo comprendere poiché ha visto nei tuoi occhi ,o profeta delle palme, che tutto cambia quando tu ci guardi.

Sei il dolore di essere il mondo.



                                             ***


Ho imparato a bere la mia sete. Ho imparato che, per sognare il tuo volto, era necessario negarmi in amore. Così divenni una come te ; così trascinai i miei piedi nel deserto. Quel deserto che tu avevi seminato di spine per dimostrare che l'amore è così : un cieco camminare senza nulla chiedere a chi si ama. Allora ho scelto di tacere, di divorare i mille demoni delle mie paure; volli essere soltanto un'ancella del tuo regno. Ho vissuto senza vivere, ho amato senza amare, mi sono rifiutata di cercare il ramo nudo dove mettere a riposo il mio corpo sfiorito.



                                                ***


Come vorrei capire le ragioni del destino, il marmo del disamore, ma non servirebbe a nulla capire quello che non è stato creato dall'uomo. Il legno porta la scheggia della nostra carne. Gesù diede il suo ultimo alito e così lo spirito si alzò come prolungamento di una sete. Malo spirito è un fiore che non sa aprirsi : nessuno gli ha detto di riporre nel suo calice ciò che farà germogliare le pendici del paradiso.



                                               ***


Il linguaggio degli amanti è segreto e oscuro. Il linguaggio degli amanti non può essere compreso : loro parlano la lingua delle pietre che risiede nei loro cuori dall'inizio del tempo. Ignorano che il loro amore è la collana in cui maturano tutti gli amori del creato.



                                         

                        Jannette L. Clariond   da  Ante un cuerpo desnudo ( trad. di A. Brandolini )



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