La speranza era suono d'ogni voce...
Mobile universo di folate
di raggi, d'ore senza colore, di perenni
transiti, di sfarzo
di nubi: un attimo ed ecco mutate
splendon le forme, ondeggian millenni.
E l'arco della porta bassa e il gradino liso
di troppi inverni, favola sono nell'improvviso
raggiare del sole di marzo.
***
VOCE UMILE E PERENNE
Voce umile e perenne
sommesso cantico
del dolore nei tempi,
che ovunque ci giungi
e ovunque ci tocchi,
la nostra musica è vana
troppo grave, la spezzi;
per te solo vorremmo
il balsamo ignoto, le bende...
ma sono inchiodate
dinnanzi al tuo pianto le braccia
non possono che darti
la preghiera e l'angoscia.
***
I GIORNI
I giorni della luce fragile, i giorni
che restarono presi ad uno scrollo
fresco di rami, a un incontro d'acque,
e la corrente li portò lontano,
di là dagli orizzonti, oltre il ricordo,
- la speranza era suono d'ogni voce,
e la cercammo
in dolci cavità di valli, in fonti -
oh non li richiamare, non li muovere,
anche il soffio più timido è violenza
che li frastorna, lascia
che posino nei limbi, è molto
se qualche falda d'oro ne traluce
o scende un raggio su la trasparente
essenza che li tiene
ma d'improvviso nell'oblio, sul buio
fondo ove le nostre ore discendono
leggero e immenso un subito risveglio
trascorrerà di palpiti di sole
su muschi, su zampilli
che il vento frange, e sono
oltre le strade, oltre i ritorni ancora
i giorni della luce fragile, i giorni.
Lucio Piccolo da Piumella
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