sabato 13 novembre 2021

A QUESTO SERVONO LE LACRIME ( per Paola )

 


                      Esperar, sentir, morir... ( Ti do uno sguardo, preparo la scia ...)




LA CITTA' DI LEGNO


Dimmi che è stato uno scherzo.

Dio Padre invisibile, tu per statuto,

li rimanderai presto a casa, i nostri cari?

Tu che raccogli a sera, in mazzo, tutti i padri

in quale prato hai messo il mio?

Lo ritroverò con un cestino di fragole in mano?

Vorrei sapere dove hai portato lui

e quelli delle città di legno a terra

che ingombrano sogni e dipinti.

E se stanno bene. E staremo bene? E poi

anche mio figlio starà bene? Gli lascerai

quel bel sorriso? Mi bacerà oltre la morte?

Era uno scherzo, dì?



                                              ***


IO PER PRIMA


Io vado avanti, tu vieni dopo?

Assaggio il latte, il vino, poi la carne.

Per prima provo il turbamento, respiro,

studio, lavoro, sbaglio le risposte.

Mi fermo un attimo a guardare la terra dove vivo e il sole.

Corro, mi eclisso.


Io sono avanti. Dopo ci sei tu.

Tu che ripeti. Io sono l'avanguardia.

Ti do uno sguardo, preparo la scia.

Cos'altro, se non questo farsi compagnia

cos'altro, se non questa differenza

tra me, tua madre e te, la discendenza?



                                                 ***


LA QUIETA MORTE


Se muoversi è vivere

ferma sulla sedia in faccia al mare

la mia è una quieta morte.

Come pietra non conto le onde

che si infrangono.

Come gli uccelli non mi importa

quanti decenni vedrò

ma quanto larghe sono le mie ali.

Nella memoria restano le imprese

però la storia è un divenire di stelle.

I  germogli fioriscono incuranti.

Dopo un attimo di piacere

ospito la vita : al figlio che ho in grembo

rimbocco la prima coperta

calando la mano sulla pancia.

Le azioni sono assalti a granai svuotati.

Per questo il mio tempo accorda il corpo

agli umori della terra.

Soffia distruzione sulle mura.

Ma vincono il ritmo del cuore

e il respiro che separa l'eruzione

dalla nascita del monte.



                                                ***



IL SOSTITUTO


Nacque due anni prima. Pronto

a calcare su gambe dapprima malferme lo stesso suolo

con gli occhi fissi all'azzurro, pronto

alle battaglie virili quotidiane.

Così naturale il suo senso di possesso

anche se niente era davvero suo,

né il mattonato, né i soldi, né i fiori, la pianta della casa.


Le strade del paese tacquero. Nessuna sorpresa

per la sua presenza da parte del lago e del cielo.

Di giorno in giorno rinominò le cose.


Così accadde nel recinto di nuvole e sentimenti,

nello spazio indifferente

che il morente prima e poi l'erede

avrebbero per sempre chiamato

casa.



                                               ***


RESPIRO


Nel sonno il rumore del respiro di mio figlio

è quello del cotone sulla ferita leggera.

Contiene le imprese di mostri colorati

dove lui è eroe protagonista.

Il suo odore viene da non so dove

ma lo conosco.

Non so quale forma ha l'anima

che mi inganna con i tratti schietti del suo viso.

Lui respira forte di notte, a bocca aperta

scacciando i fantasmi dalla casa

che lo temono come un cane che ringhia.

Il suo respiro è una luce accesa

sul comodino traballante della lunga notte

di questa piccola famiglia.




                   Paola Malavasi  da   A questo servono le lacrime




" Non importa quanti decenni vedrò, ma quanto larghe sono le mie ali..."

I decenni furono pochissimi, meno delle dita di una sola mano. Ma le tue ali sono sempre state larghe, allora come ora... E - proteggendoci ( " Io sono l'avanguardia .." ) - ci aiutano a volare.

Riposa in pace.



                                       frida



2 commenti:

  1. Belle le poesie e bello il commento. Come posso essere all'oscuro di questi delicati componimenti? Sei la mia "lampada magica", esaudisci desideri ancora inespressi. Grazie!

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  2. Non vorrai farmi arrossire!!!!!
    A parte tutto, sono felicissima che questi delicati ma intensi componimenti trovino degli attenti ( e competenti ) estimatori. Così come meritano.

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