Esperar, sentir, morir... ( Ti do uno sguardo, preparo la scia ...)
LA CITTA' DI LEGNO
Dimmi che è stato uno scherzo.
Dio Padre invisibile, tu per statuto,
li rimanderai presto a casa, i nostri cari?
Tu che raccogli a sera, in mazzo, tutti i padri
in quale prato hai messo il mio?
Lo ritroverò con un cestino di fragole in mano?
Vorrei sapere dove hai portato lui
e quelli delle città di legno a terra
che ingombrano sogni e dipinti.
E se stanno bene. E staremo bene? E poi
anche mio figlio starà bene? Gli lascerai
quel bel sorriso? Mi bacerà oltre la morte?
Era uno scherzo, dì?
***
IO PER PRIMA
Io vado avanti, tu vieni dopo?
Assaggio il latte, il vino, poi la carne.
Per prima provo il turbamento, respiro,
studio, lavoro, sbaglio le risposte.
Mi fermo un attimo a guardare la terra dove vivo e il sole.
Corro, mi eclisso.
Io sono avanti. Dopo ci sei tu.
Tu che ripeti. Io sono l'avanguardia.
Ti do uno sguardo, preparo la scia.
Cos'altro, se non questo farsi compagnia
cos'altro, se non questa differenza
tra me, tua madre e te, la discendenza?
***
LA QUIETA MORTE
Se muoversi è vivere
ferma sulla sedia in faccia al mare
la mia è una quieta morte.
Come pietra non conto le onde
che si infrangono.
Come gli uccelli non mi importa
quanti decenni vedrò
ma quanto larghe sono le mie ali.
Nella memoria restano le imprese
però la storia è un divenire di stelle.
I germogli fioriscono incuranti.
Dopo un attimo di piacere
ospito la vita : al figlio che ho in grembo
rimbocco la prima coperta
calando la mano sulla pancia.
Le azioni sono assalti a granai svuotati.
Per questo il mio tempo accorda il corpo
agli umori della terra.
Soffia distruzione sulle mura.
Ma vincono il ritmo del cuore
e il respiro che separa l'eruzione
dalla nascita del monte.
***
IL SOSTITUTO
Nacque due anni prima. Pronto
a calcare su gambe dapprima malferme lo stesso suolo
con gli occhi fissi all'azzurro, pronto
alle battaglie virili quotidiane.
Così naturale il suo senso di possesso
anche se niente era davvero suo,
né il mattonato, né i soldi, né i fiori, la pianta della casa.
Le strade del paese tacquero. Nessuna sorpresa
per la sua presenza da parte del lago e del cielo.
Di giorno in giorno rinominò le cose.
Così accadde nel recinto di nuvole e sentimenti,
nello spazio indifferente
che il morente prima e poi l'erede
avrebbero per sempre chiamato
casa.
***
RESPIRO
Nel sonno il rumore del respiro di mio figlio
è quello del cotone sulla ferita leggera.
Contiene le imprese di mostri colorati
dove lui è eroe protagonista.
Il suo odore viene da non so dove
ma lo conosco.
Non so quale forma ha l'anima
che mi inganna con i tratti schietti del suo viso.
Lui respira forte di notte, a bocca aperta
scacciando i fantasmi dalla casa
che lo temono come un cane che ringhia.
Il suo respiro è una luce accesa
sul comodino traballante della lunga notte
di questa piccola famiglia.
Paola Malavasi da A questo servono le lacrime
" Non importa quanti decenni vedrò, ma quanto larghe sono le mie ali..."
I decenni furono pochissimi, meno delle dita di una sola mano. Ma le tue ali sono sempre state larghe, allora come ora... E - proteggendoci ( " Io sono l'avanguardia .." ) - ci aiutano a volare.
Riposa in pace.
frida
Belle le poesie e bello il commento. Come posso essere all'oscuro di questi delicati componimenti? Sei la mia "lampada magica", esaudisci desideri ancora inespressi. Grazie!
RispondiEliminaNon vorrai farmi arrossire!!!!!
RispondiEliminaA parte tutto, sono felicissima che questi delicati ma intensi componimenti trovino degli attenti ( e competenti ) estimatori. Così come meritano.