Né ira né furore bruciano sulla pazienza dei tuoi occhi...
UNA PIUMA D'ORO
Mi accorgo di non sapere niente del buio,
anche se in molti ne hanno scritto. Il buio
inerte, denso, immoto, che si nutre di sé
e non ha pace. L'anima, che vola via dai suoi tormenti,
ne sa forse meno di noi : muore
per vivere ancora, prima che il tempo la disgreghi.
Ricordo una sera in cui eri qui, e mi dicevi
che non c'è fuoco che possa durare per sempre,
e che questa è la legge del mondo : ma io ti chiesi
di quale mondo parlassi.
C'è sempre molta attesa, quando una porta si apre.
Ci carichiamo di un nuovo principio, a un passo
dalle cose, prima che le luci si spengano.
Tra due mondi che si sfiorano,
s'interpone una forza, invisibile, che agisce
e li trasmuta : sai di cosa parlo. La logica della vita
non è vivere, ma restare nel suo nido di fuoco,
accoccolati tra le piume, prima di
ogni verdetto.
Né ira né furore che bruciano
sulla pazienza dei tuoi occhi. Come può essere
che una freccia traversi
il freddo che stride di un cielo? Vorrà dire
che qualcosa è accaduto, che il tempo si è conficcato
fra un interstizio e l'altro, come un palo inatteso.
Oltre i vetri, c'è un secolo che preme, e urge, e si sfilaccia
in un disordine promiscuo, di cose.
Tra il seme e il tempo necessario, fra l'intenzione
e la pienezza dell'animale, si leva un buio imprevisto,
che non abbiamo corteggiato. Mi domando dov'eri,
quando ho guardato in alto, nel fogliame delle palme.
Dov'ero, quando fu deciso che il tempo battesse
anche per noi, prima di ogni scopo,
di ogni decisione.
Noi, poco prima che gli spalti si svuotino,
a un passo dal traguardo, fissi
sui blocchi di partenza, nel lume
che ci infiammò per sempre, mentre frusciano
tende, nel primo zampettare, fermi,
in quel buio,
Giancarlo Pontiggia Inedito
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