lunedì 22 novembre 2021

LA PIUMA D'ORO DI PONTIGGIA

 


                                Né ira né furore bruciano sulla pazienza dei tuoi occhi...




UNA PIUMA D'ORO


Mi accorgo di non sapere niente del buio,

anche se in molti ne hanno scritto. Il buio

inerte, denso, immoto, che si nutre di sé

e non ha pace. L'anima, che vola via dai suoi tormenti,

ne sa forse meno di noi : muore

per vivere ancora, prima che il tempo la disgreghi.

Ricordo una sera in cui eri qui, e mi dicevi

che non c'è fuoco che possa durare per sempre,

e che questa è la legge del mondo : ma io ti chiesi

di quale mondo parlassi.


C'è sempre molta attesa, quando una porta si apre.

Ci carichiamo di un nuovo principio, a un passo

dalle cose, prima che le luci si spengano.

Tra due mondi che si sfiorano,

s'interpone una forza, invisibile, che agisce

e li trasmuta : sai di cosa parlo. La logica della vita

non è vivere, ma restare nel suo nido di fuoco,

accoccolati tra le piume, prima di 

ogni verdetto.


Né ira  né furore che bruciano

sulla pazienza dei tuoi occhi. Come può essere

che una freccia traversi

il freddo che stride di un cielo? Vorrà dire

che qualcosa è accaduto, che il tempo si è conficcato

fra un interstizio e l'altro, come un palo inatteso.

Oltre i vetri, c'è un secolo che preme, e urge, e si sfilaccia

in un disordine promiscuo, di cose.


Tra il seme e il tempo necessario, fra l'intenzione

e la pienezza dell'animale, si leva un buio imprevisto,

che non abbiamo corteggiato. Mi domando dov'eri,

quando ho guardato in alto, nel fogliame delle palme.

Dov'ero, quando fu deciso che il tempo battesse

anche per noi, prima di ogni scopo,

di ogni decisione.


Noi, poco prima che gli spalti si svuotino,

a un passo dal traguardo, fissi

sui blocchi di partenza, nel lume

che ci infiammò per sempre, mentre frusciano

tende, nel primo zampettare, fermi,

in quel buio,




                       Giancarlo  Pontiggia        Inedito



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