mercoledì 24 marzo 2021

IL TEMPO HA UN OCCHIO INCRINATO

 


                                               Titolo originale " Cara signora Schubert "



Roberto Vecchioni alle lettere d'amore ha dedicato una delle sue canzoni più belle. " Anche quando la guardi, anche mentre la perdi, quello che conta è scrivere".

Difficile credere che Ewa Lipska conosca Vecchioni, ed è solo un po' più probabile che lui conosca lei, eppure tra queste parole in musica del poeta professore e le opere della Lipska raccolte ne " L' occhio incrinato del tempo ", c'è un portato lirico molto affine.

Infatti il mondo emozionale di Ewa, perlomeno quello delle due raccolte originali riunite in questo volumetto italiano, è composto da lettere d'amore. Lettere d'amore scritte da un uomo alla donna amata, appunto la " Cara signora Schubert ". Sarebbe uno sbaglio tuttavia- vedendo la scrittura in prosa - farsi trascinare in un mondo narrativo, cercare un inizio e una fine, un nesso logico o delle vicende. I personaggi non esistono, la signora Schubert è un destinatario ideale, e sarebbe un peccato cercarla. L'uomo che le scrive - che ha amato e perduto - fa riferimento ad un passato contingente che sfugge, si confonde nella memoria, si perde in mille ossimori lirici e onirici. La corrispondenza a metà di quest'uomo infatti non è il diario intimo di un amore, ma nutrendosi più dell'assoluto che del contingente, si avvicina maggiormente  al metafisico e alla filosofia. 

( Salvatore Greco )




TRA


Cara signora Schubert, mi chiedo dove andremo ad abitare Dopo. Dopo, cioè dove prima c'era la fabbrica che produce la vita d'oltretomba. Sarà tra ciò che non abbiamo fatto e ciò che non faremo più.



                                     ***


Cara signora Schubert, il protagonista del romanzo trascina un baule. Nel baule ci sono la madre, le sorelle, la famiglia, la guerra, la morte. Non sono in grado di aiutarlo. Si tira dietro quel baule per duecentocinquanta pagine. Non si regge più in piedi e quando finalmente esce dal romanzo, viene derubato di tutto. Perde la madre, le sorelle, la famiglia, la guerra, la morte. In un forum su Internet scrivono che gli sta bene. Forse è un ebreo o un nano? I  testimoni affermano che taceranno su questo argomento.



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IL TESTAMENTO


Cara signora Schubert, le scrivo da Amsterdam, dove sono in borsa di studio per scrivere il mio testamento. Il nostro amore l'ho lasciato al Passato che - come sempre - rimettiamo al Futuro. L' ho sottratto al sonno. Sono spuntate le rondini. Il cielo era superfluo.



                                            ***


LO SPECCHIO


Cara signora Schubert, mi capita di vedere nello specchio Greta Garbo. E' sempre più simile a Socrate. Forse la causa è una cicatrice sul vetro. L'occhio incrinato del tempo. O forse è solo una stella che sbraita nel vaudeville locale.



                                          ***


L' AMORE


Cara signora Schubert, la temperatura del nostro amore è di 1200 gradi Celsius. E' sufficiente a fondere l'oro. Ciò che è iniziato nel fuoco ha qualche possibilità di divenire incendio? E facciamo ancora in tempo a fuggire in una fredda vecchiaia che possa prolungarci tutte le date di scadenza?



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UN  NUOVO PIANETA


Cara signora Schubert, prometto che scoprirò un nuovo pianeta sul quale stamperò il suo cuore. Sono un committente di alcuni profeti, sui quali faccio affidamento. Come sa, tutto ciò che è impossibile, si addice alla vita.



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L'OSCURITA'


Cara signora Schubert, l'onda d'urto dell'oscurità è sei volte più rapida della pallottola sparata da una pistola. Si muove alla velocità di alcune migliaia di metri al secondo e mi assale sempre alla stessa ora del mondo.



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L'ILLUSIONE


Cara signora Schubert, un mio amico pittore ritiene che la vita sia un inganno. " Dipingo l'illusione, mi inducono in errore l'occhio e la contraffazione della luce. E anche la paura del talento e il raggiro del blu oltremare". Mi specchio da anni nel suo autoritratto, sfregandomi via dalle labbra un acquerello taciturno. Le risparmio la provenienza ambigua delle domande che non porrò.



                                             ***


COME  VA


Cara signora Schubert, mi chiede come va. Niente di nuovo. I crimini sono diventati adulti : ormai sono autosufficienti. Lo stesso monologo del toro che va al patibolo. Gli stessi picadores con facce da bambino. Lo stesso boia, un bellimbusto disincantato, un toreador. La stessa euforia della rivoluzione, un grido armato fino ai denti, le esplosioni delle gole. La stessa stanchezza. L'umiliazione della fame, sotto il cui naso agitiamo un pasticcino rosa.




                           Ewa  Lipska   da    L' occhio incriminato del tempo



2 commenti:

  1. "tutto ciò che è impossibile, si addice alla vita"
    L'ho pensato da sempre pure io

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  2. Molto inusuali - a mio parere - evocativamente oniriche, senza luogo né tempo, queste lettere d'amore. E con una buona dose di ironia...

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