domenica 14 marzo 2021

IL FUTURO E' UN CAMPO INCOLTO

 


                                                    E' difficile capire, se non hai capito già...




Ci si vedrà da un'altra parte, in una terra meno sconosciuta

saremo quello che non potevamo essere

ci si scioglierà il sale nascosto in fondo agli occhi

isseremo l' àncora dei vascelli che marciscono nell'anima.



                                             ***


PAROLE SUGGERITE ALLO SPECCHIO


Provi a sorridere tra i colori di un campo incolto

strofini gli spigoli del profilo, lo deformi e svelto

percorri il bordo oscuro della cornice. La musica

del ciliegio ha messo tenere radici, fascia l'aria

di bianco. Il vento schiaffeggia, la trama di luce

vibra per indurre al suono. Forse ce la fai, divieni

adulto, dal teschio ti stacchi non dalla carne, triti

il  passato e soffochi all'istante. Prima era tutto

un altro discorso con gli occhi sgusciati dalla paura.


Dalle foglie del gelso il verde da spargere nel sangue

proviamo se i piedi ci sono, se il cuore batte : probabile

ma dovremmo parlarne, non credi? E i giorni torneranno

all'originario splendore? Su questo rifletteranno i delfini

guizzanti nelle vene, gli sguardi incistati di nuvole.


Amare non è scomporre ogni volta i bisbigli ma tu séguiti

a lacerare: alzi steccati, affili coltelli, chiudi le vie di fuga.

La verità è nel chiodo piantato nel tronco, nella veglia

che stanca ma oscilla laggiù tra i rami innevati del ciliegio.



                                         ***


CON IL VETRO TRA LE DITA


Pratico giorni di festa come se nulla fosse

striscia la luce sotto un tappeto di foglie

ed ecco la voragine di ricordi che prendono

fuoco e poi il lunedì il martedì il mercoledì

e via discorrendo. Le attese - sai - non sono

il cimitero che ci assomiglia

nel suo rumore di voci

nelle macchie dorate della morte

accarezzate con il vetro tra le dita.

Per questo la mia fermata è pronta

da giorni. Ammira i grandi fari, i bagliori

che cullano e quelli avuti in dono dalla luna.



                                      ***


INSETTI E VOCI


Mi odi perché ti somiglio o per quello che dico?

Le mani non afferrano voci, già in altri luoghi:

cronometrare le forze, usarle contro il nemico.

L 'odore della corteccia dei noci snida l'energia

dei bulbi. Le ossa tintinnano, strappano schegge

alla lingua. Inchiodato al palo un cane abbaia

lodi al carnefice. Hai fatto bene a farmi colare

a picco in storie che non avrei mai compreso.

Lumache seminano il traguardo che lievita sotto

i piedi, si alimenta a piume la cupola di sant' Ivo.


Scoprire le cause di questa ronzante compagnia

si parla con mosche, api e zanzare, ci si spintona

dentro se stessi. Si progettano fughe, incursioni:

le cose da fare certo non mancano, già questo è

un effetto. Si lamenta l'erba recisa, reclama

una tomba tutta sua, il fuoco la converte in fungo

in fasi di vita. Non dirmi che lo avresti desiderato

c'è il futuro da ricomporre, una via da scortare

verso zone illese. Nuoto tra delfini e granchi

gli insetti hanno ali luminose dai riflessi cristallini.




                 Alessio Brandolini   da      Il futuro è un campo incolto



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