lunedì 15 marzo 2021

LA CASA DELLE FATE

 


E' in questo niente che si consuma ciò che resta




Si ferma il tempo

nel percorso che m'avvicina

in questo posto risiedi

qui- dove la vita passa nell'attesa.


Il candore della tua pelle m'accarezza

quella pelle tornata bambina

ora che invochi me

come fossi io tua madre.



                                        ***


C'erano anche giorni belli

nella casa delle fate

i giorni dove il sole entrava dalle finestre

e i sorrisi delle bambine diventavano perfino

veri


e anche le ossa smettevano di dolere

e i ricordi sembravano quasi inutili


erano i giorni delle visite

delle passeggiate corte un metro

delle pastarelle

dei " mangiane poche che altrimenti ti fanno male"

ma tu sai che a ottant'anni non ti importa

del diabete

ti vuoi bere la vita, tutta quella che ti rimane

e goderti ogni cosa

che poi si torna a letto, in mezzo all'urina che esce

dall'incerata.



                                          ***


Sss... dormono le fate

sotto lenzuola di talofen

con gli occhi spalancati nel buio


ti cerco, mamma, nelle mie notti insonni

dove la coscienza graffia e morde.



                                             ***


E' cieco il cammino

nel verso obliquo del destino

non ci sono luoghi dove racchiudere

il passato

dove nascondere le piaghe rarefatte

nelle rughe.


E' qui - in questo niente

che si consuma ciò che resta

- l'alito dolce del finire -


Negli anfratti distanti

dove la vita si è fermata

a guardare.



                                              ***


Eppure questo cielo grigio

mi sembra pieno di sole


non è l'acqua della pioggia

a bagnarmi le costole

ma il dolore acre della tua assenza


perfino il cigolìo della sedia a rotelle

è una musica cara

che abbraccia il ricordo.


Mi piacerebbe toccare la tua anima

accarezzarla di crema

come la pelle

calda e rosa che cedeva alle mie cure


questa tua anima

che vorrei guardare negli occhi

e ascoltarne la voce.


Ma tutto tace

e questo silenzio

è un filo trasparente che ondeggia nel vuoto

e non ci sono piedi da poterne stare in bilico


ma forse è precipitando

che c'è la pace

in quel dolore che c'è

e che ci deve essere.



                  Cinzia Marulli  da   La casa delle fate ( Silloge inedita )



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