Si ferma il tempo
nel percorso che m'avvicina
in questo posto risiedi
qui- dove la vita passa nell'attesa.
Il candore della tua pelle m'accarezza
quella pelle tornata bambina
ora che invochi me
come fossi io tua madre.
***
C'erano anche giorni belli
nella casa delle fate
i giorni dove il sole entrava dalle finestre
e i sorrisi delle bambine diventavano perfino
veri
e anche le ossa smettevano di dolere
e i ricordi sembravano quasi inutili
erano i giorni delle visite
delle passeggiate corte un metro
delle pastarelle
dei " mangiane poche che altrimenti ti fanno male"
ma tu sai che a ottant'anni non ti importa
del diabete
ti vuoi bere la vita, tutta quella che ti rimane
e goderti ogni cosa
che poi si torna a letto, in mezzo all'urina che esce
dall'incerata.
***
Sss... dormono le fate
sotto lenzuola di talofen
con gli occhi spalancati nel buio
ti cerco, mamma, nelle mie notti insonni
dove la coscienza graffia e morde.
***
E' cieco il cammino
nel verso obliquo del destino
non ci sono luoghi dove racchiudere
il passato
dove nascondere le piaghe rarefatte
nelle rughe.
E' qui - in questo niente
che si consuma ciò che resta
- l'alito dolce del finire -
Negli anfratti distanti
dove la vita si è fermata
a guardare.
***
Eppure questo cielo grigio
mi sembra pieno di sole
non è l'acqua della pioggia
a bagnarmi le costole
ma il dolore acre della tua assenza
perfino il cigolìo della sedia a rotelle
è una musica cara
che abbraccia il ricordo.
Mi piacerebbe toccare la tua anima
accarezzarla di crema
come la pelle
calda e rosa che cedeva alle mie cure
questa tua anima
che vorrei guardare negli occhi
e ascoltarne la voce.
Ma tutto tace
e questo silenzio
è un filo trasparente che ondeggia nel vuoto
e non ci sono piedi da poterne stare in bilico
ma forse è precipitando
che c'è la pace
in quel dolore che c'è
e che ci deve essere.
Cinzia Marulli da La casa delle fate ( Silloge inedita )
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