LE PAROLE
le parole, le più vere
muoiono nelle pozzanghere gelate del mattino
ma ho sempre un angelo
da posare piano la sera, nessun nucleo
e dodicimila traiettorie verso una sola vibrazione.
Adesso, da sotto la curva dei muri,
posso solo attendere la marea
e non importa se spezzerà i cristalli
di tutte le buonanotte perché
solamente il soffitto sa del sacrificio
e la mia carne.
***
7 DELL' ASSENZA
restano i girasoli a ricordarmi il giorno
affonda la chiglia nell'attesa ed è notte, solo notte
sull'argento degli ulivi sulle smanie di maggio
fin dentro i pluviali dove si nascondono le distanze.
La bruma assale i marciapiedi e cerca fughe nei bidoni
fra crudeltà ingiustizie e decapitati esempi
mentre batte il tempo un giallo rarefatto
e un bicchiere si apre ancora di veleno.
Un nugolo di ore migra verso est
e tu di lato cerchi nei miei occhi chi sa cosa.
***
9 DELL'ASSENZA
è che non tornano le verità dell'attimo
ma vorrei che le rose promettessero ancora
la loro eternità
che le api danzassero il rito del carrubo
e vorrei un pane da spezzare anche senza sete
affinché le allodole per sempre
continuassero il loro viaggio
ma questa vastità di niente
dove ogni cardine si perde
dove non c'è un " dove"
e la miseria pure s'allontana...
in quest'assenza immobile
a viscosità infinita
anche il cielo ha smesso di guardare
è che hanno accecato le ali agli angeli.
***
SONO UN SOLO VERSO
la notte cresce i suoi cipressi per domani
per dipingere qualche cirro nell'azzurro piatto
ecco la notte come passa il giorno...
lontana dai naufragi questa notte densa
di silenzio e tazze vuote
scivola nei brevi tatuaggi dei muri
senza lasciare un segno e non basta più
l'onda sonora della tua poesia.
vorrei del caffè da bere in due
qualche biscotto in più e nessun rammarico.
Ah! notte sovrana e cieca
di quanti chiodi è fatta questa carne
incastrata fra tante parole
sono solo un verso.
***
IL PASSO NON HA TACCHI
nel riquadro in alto vicino al calice
ancora il battere del gelsomino in controcanto
le vie della sera vanno e vengono dietro i telai
nelle aggiustate stanze senza impulso e fa male
lo sciamare improvviso dei pensieri, fa male il vuoto
che attanaglia il passo e fa male il passo
perché ti stringe e non ha tacchi
e nascondersi dentro lo spessore di un cielo zafferano
così compatto così malato così estraneo.
Sebastiano Patenò - Ferro da Gli angoli
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