giovedì 10 giugno 2021

IL QUADERNO CROATO DI VANNI

 


                                  L'ultimo giorno è il punto focale, è raccogliere tutto...




Questo " Quaderno croato " possiede una complessità e un'ambizione di pensiero e di scrittura davvero degne di attenzione per le ragioni profonde e i movimenti della mente che lo animano.




LAGHI DI PLITVICE


Il primo giorno precipita sempre nello stesso punto

quella rapida che arriva all'incontro

del fiume bianco col fiume nero

e più ci pensiamo pronti e gli occhi scaltri

più gli aggettivi non bastano allo stupore:

il verde spinge al delirio le pupille

le spinge dentro i torrenti lacrimanti accanto ai piedi

nell'oscurità archerotipa degli antri in sequenza

e nelle spelonche verticali scolpite

come da una mano capace di tutto.


Pure da qui sarà passato Giuda

se non proprio quello dalle labbra ardenti

un Giuda qualunque si sarà perso

in questo reticolato mistero del rimorso.


I  laghi cascano nei laghi come fruste sui rami cedevoli

scorrono in altre acque e piovono così

eterni

perfettamente indenni.



                                                 ***


KORNATI


Ti metti a pretesto con l'aria dimessa dell'isola

roccia a picco senza umanità

e pochi cespugli che non vorrebbero essere lì.

Il vento calmo fa poco rumore:

è in silenzio che allunghiamo il braccio

posiamo le mani oltre il blu colato sull'acqua

che ci pesca distratti a pascolare il tempo che resta.


I  morti non sono tra noi

non in quest'ora del giorno

quando appaiono lo fanno ai bambini

come amici immaginari con la loro altezza esatta.

Noi pensiamo alla nostra infanzia senza massacri

senza alluvioni o sismi, un gioco o una scommessa era tutto

quello che mocciosi avevamo da perdere.


Eppure questi attorno cresciuti dopo il peggio

sono ciò che l'occhio disconosce

ma la memoria della specie conferma.


Quando smettere di essere tentativi?



                                                 ***


SPLIT


Non spiega molto dei nodi marinari

l'avvicendarsi dei tramonti al largo di Split

quando il sole si piega all'orizzonte tendendosi per le dita

senza dare punti di decisione.


Tutto si specchia come in un contagio

a cominciare dal mio cognome

per finire col tuo profilo, nonostante sia spaesante

la sbilanciata conoscenza dei fatti.


Non c'è la violenza che speravo

o qualcosa che chiamiamo per abitudine straniero.


Eppure felici

ecco come ci crediamo: felici di netto

in questo plagio impreciso e continuo degli sguardi

capaci da qui di provare a richiamare l'umanità intera

all'issarsi di reti e della tradizione

che mi indichi di tanto e ogni volta è niente.


L'aria sul muro di cinta rifrange

i flutti di vita sul lato dei pianti.



                                                 ***


PLITVICKAJEZERA


Si rapprendono con lentezza

le foreste dense nel parco di Plitvicka

diga del cielo per questo bacino che attraverso a guado

col mio pallore ridicolo e le gambe indurite ai polpacci

verso la tua felicità slacciata sulle guance

a ruota di quell'incedere veloce che non ti stanca

che ti porta ogni volta alle cime che cerchi

una miccia brillante che detona il mondo.


Cerco nello sguardo un segno

del mio stesso smarrimento o l'avanguardia

di un sentire non ancora collaudato :

a quale forma diresti uguale tutto questo

o almeno simile a qualcosa di già vissuto?


Sarà diverso da adesso ogni vortice dell'acqua

la spossatezza da una rampa di scale

la diffidenza per ogni cosa che nasce liliale

l'ombra attorno che si crede indelebile

e la notte che viene puntuale.



                                           ***


L'ultimo giorno in questa parte di Croazia

lo dimentichiamo rovesciato in mezzo

allo spazio spoglio dell'Assunzione:

è il punto focale, è raccogliere tutto.




                                   Vanni Schiavone   da   Quaderno croato



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