mercoledì 9 giugno 2021

LE CROCI DI NIBALI

 



Renato Guttuso -  La vucciria





Ecco un libro esagerato. Perché esagerata - qualsiasi sia la misura della sua voce e l'intensità del dettato - è la poesia, arte che non sta da nessuna parte e ovunque. Nibali alla sua prima pubblicazione si mostra poeta di movimenti primari ( il sacro, l'amore, la terra...) e sembra lottare e amare sperdutamente la lingua con cui, musaicamente, tenta di dare rilievo a ciò che della vita è imperdibile, nel bene e nella pena. Una prova di forza, mossa da una segreta umiltà di servo, per contendere con l'arma fantastica e povera delle parole il senso della vita a ogni buio o viltà che vorrebbero negarlo. Un libro veramente impegnato, perché impegnato con tutto e con  il destino. ( D. Rondoni )





Sottile
 la siciliana
arte della sottrazione
l'estate puttana

Nelle reti vuote
una mezza dozzina di mare
distesa al sole
misera, misera
maledizione.


                                                ***

Non di te, mai di te
crocefisso che squadri
noi penosi dietro ai muri
tutti sporchi di pensieri
senza spalle dove appendere
quelle voci, quel colore
di gesso.

Siamo noi adesso
a chiodarci i polsi
alle croci - noi ladroni
con la noia domenicale
che copre la televisione
spegne l'urlo al Golgota
e non vogliamo deposizioni.


                                              ***

Con le mani agli stracci
ridevi di gusto
dietro il briciato 
legno, la croce
di labbra che tre volte
riapri.

Poi di notte
riscopri quel volto
che ha bocca di voce
lo tremi - lo soffi
lo riporti al passato.


                                          ***

Brucia gli occhi
questo esplodere 
l'erosione che a notte
richiama ai sudari

gli altari freddi come balconi
e la tua libertà che aspetta
che aperta ancora trema

Tuo un giorno d'isola pura
Che stringerai ai rosari
- sicura - Nel vestito della domenica
Due labbra serrate, neanche una bestemmia.


                                          ***

Ti vedo in vita
in vitreo andare in cerca
sulle basole sconnesse
che dall'arsura del paese vanno
ai monti incanutiti

Un'insegna introduce i ricordi
la ruggine dei fratelli sui muri diroccati
dalla chiesa uno sbuffo
chiuso in una parola da rosario
" ora pro nobis" - il tuo cattolico viandare -
E donaci un vangelo crudo :

" a cu da - a cu leva lu distinu
e nun  ci pari mai lu nostru dunu "



                                  Giuseppe Nibali   da    Come dio su tre croci




3 commenti:

  1. Versi analogici, pieni di immagini, come un blob di fotogrammi con in mezzo visioni subliminali.

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  2. Aggiungo: versi secchi, essenziali, in parte evocativi. Accostamenti arditi e inusuali.
    Non male come libro di esordio, vero?

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  3. Vero. Sono d'accordo.

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