martedì 22 giugno 2021

IL CASO DI EDUARD EINSTEIN 3

 

(...) Mio padre si stupisce del fatto che mamma abbia potuto leggere una lettera che non era indirizzata a lei. Le domanda se lo spia. L' accusa è grave. Non si tratta così mia madre, senza prove. Mamma risponde che gli uomini sposati non sono al di sopra delle leggi. Nemmeno i fisici. Papà replica che lui non infrange nessuna legge. Mamma menziona il settimo comandamento del Vecchio Testamento. Mio padre risponde che nella sua tradizione non c'è Nuovo Testamento e di conseguenza nemmeno Vecchio. Non è perché secoli di cattolicesimo hanno parlato di testamento, che c'è un testamento. Non perché si insiste a ripetere qualcosa che questo qualcosa diventa verità. C'è un senso nascosto anche nella sua frase. Mia madre torna alla carica: lui ricorda il settimo comandamento? Papà dice ridendo che non ha memoria per i numeri. Papà sbaglia a ridere in una circostanza simile. Ho girato la testa troppo svelto passando da un viso all'altro. Sono frastornato. Sento un gran bisogno di calma. Sono una creatura sensoriale. La mia mano fa cadere un bicchiere sul pavimento. Provoca un rumore terrificante. Mamma mi urla contro, mi arriva un ceffone sulla guancia. Non ho nessuna colpa. Mio padre dice che non è grave. Mia madre raccoglie i pezzi di vetro, esclama: " Per te niente è mai grave! " Mio padre ripete che è soltanto vetro. " No, è molto di più! " urla mia madre. Mio padre finge di non capire. " Capisci benissimo " insiste mia madre .  (...)



                    Laurent  Seksik    da   Il caso Eduard Einstein  



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