lunedì 14 giugno 2021

BUON VIAGGIO

 


                                                 Di quel silenzio che non potevo tacere...





L' ABBANDONO


E' quando non vi è alcun dubbio

- né un sorriso malcelato e nemmeno

lo scendere le scale pensando che sarà

l'ultima volta - che ci perdiamo. Succede

a volte seduti a pranzo o nel sottoscala

ricolmo di scarpe - nel doponotte

che si trasforma in una sequenza

di parole che abbandonano un corpo

e non trovano altro dove andare

che le pietre scottate dal sole e un lento

movimento delle mani. Lì ci lasciamo

per ritrovarci al calore di una nostalgia

quasi allegra - una casa d'altri tempi

e una lieve redenzione oltre la porta.



                                               ***


Bene. Io sono arrivato. Mi piacerebbe

poter dire - sentirlo almeno

il peso del passo più lieve

e l'idea che un posto sia il mio posto.

Un posto che è il mio posto - ripeto

queste parole che vorrebbero

aggrapparsi al terreno - si sforzano

di penetrarlo. Ma quando ci provo

sono l'ombra che mi passa accanto

e fugge al primo tocco del sole

di sbieco a cercare le vittime ignare.

L'ombra di un luogo - l'orizzonte

che si incendia e l'incavo tenace

in un tronco di quercia. Quello è il mio posto.



                                               ***


Poi ci sono le cose che avrei potuto dire

e sono così tante che mi fermo - mi fermo

e respiro per non soffocarle.

Ho sempre agito così. Per sottrazione.

Riempiendo una riga dopo l'altra

di quel silenzio che non potevo tacere

- giustificando la mia indole

di pietra che graffia e s'arrovella.

Con una mano scrivevo

e con l'altra cancellavo le ombre -

finivo per esserne parte - toglievo

ciò che di me m'importava

e lo nascondevo ai miei stessi occhi.

Ero lo stesso io. Ma senza di me.



                          Michele Obit     da      La balena e le foglie



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