Con quale coscienza lamentarsi...
HERBSTREISE
Ormai è autunno. Anche se c'è il sole
si sente dall'attrito sulla pelle.
Non odio più l'autunno. L'aria qui
è trasparente. Sei così sottile
anche tu ormai. Ho appena cancellato
dei versi. Ad ogni modo non potrei
mai e poi mai raggiungerti. Si fanno
sempre più impalpabili le parole.
Ho quasi dimenticato il tuo volto.
Preferisco svanire a poco a poco.
***
PAUSA
Con quale coscienza - mi chiedo
mentre ascolto i borborigmi della casa
che al mattino stenta a risvegliarsi -
con quale coscienza lamentarsi
per una cicatrice non richiusa
e una peristalsi non impeccabile
con quale diritto vivere
con quale arroganza respirare?
***
L'INNOCENZA
Anche noi una volta
come lucertole strisciavamo
a pelo dell'acqua sporca
schiacciavamo la testa ai gechi
senza il minimo rimorso.
***
ESERCIZIO SPIRITUALE
Comincia a contare : uno due
tre quattro cinque sei
sette otto - sempre avanti fino
a settecento. Due numeri al minuto
ci vogliono cinque minuti
o poco più. Adesso pensa
per ognuno di quei numeri
una vita il paradiso amniotico
le coliche gassose le ginocchia
sbucciate il pane dell'altroieri
la sabbia e il sale
e l'acqua pesante sugli occhi.
Ripeti - e ripeti ancora
finché reggono il cuore
e lo stomaco.
***
IL MALE
Una sola volta ho guardato negli occhi una capra.
Nel giallo dell'iride la pupilla era un tratto nero orizzontale.
Nella gabbia accanto uno struzzo agitava le piume sudicie
e mostrava l'ingresso buio e tondo dell'esofago.
Un enorme maiale ronfava
immerso nel fango e nella puzza.
Bisogna perdonare alle cose e agli animali.
Ma per gli uomini no - non c'è perdono.
Sergio Pasquandrea da Sono un deserto
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