(...) Livello 4.
Per tollerare l'esistenza di prove viventi che si può anche vivere diversamente da lui, il moralista cerca di convincersi che non seguire la sua morale renda costoro infelici. E poiché questo raramente funziona - dato che visibilmente non seguire una morale del sacrificio non rende più infelici, il moralista cerca rimedio nell'aldilà: gli immorali, anche se qui stanno bene, alla fine la pagheranno con gli interessi ( l'inferno); quindi - a conti fatti - la linea del moralista resta la migliore, e le sue rinunce non sono inutili:
Comportati come me, ma se non lo fai, io sono convinto che stai ( o presto starai ) peggio di me, perché il tuo vizio - anche se non lo sai - ti rende infelice, e comunque andrai all'inferno.
Però agli immorali basta non credere all'inferno per stare meglio dei moralisti. E allora i moralisti adottano le maniere forti, cioè passano al quinto livello. Questo è avvenuto per millenni in qualche luogo ed epoca di più ( per esempio nel medioevo cristiano o nell' Inghilterra vittoriana di metà Ottocento ) e in qualche altro di meno, come nell' Europa settentrionale di oggi:
Livello 5
Non in tutte le epoche si sono condannate le persone alla castrazione chimica perché erano omosessuali ( come è accaduto ad Alan Turing alla metà del Novecento ) e non sempre una donna di cui trapelasse una relazione non coniugale rovinava se stessa e la sua intera famiglia. Ma certo in molte epoche è stato così. E in quasi tutte le epoche una ragazza che restava incinta era costretta a un matrimonio " riparatore ". Di queste epoche fa parte la nostra, in molti luoghi. Questo ha sempre permesso ai moralisti di rifarsi sui non moralisti. Perché è vero che i non moralisti hanno - in prima battuta - una vita più naturale e più equilibrata, ma rischiano molto, perché i moralisti sono lì pronti a fargliela pagare; e non di rado, a consuntivo, la vita di un moralista si rivela più esente da guai seri di quella del non moralista preso di mira dai moralisti :
Comportati come me; ma se non lo fai, ti perseguo legalmente e ti condanno, o come minimo ti scredito, perché così la società ti punisce; e quindi reprimersi come faccio io - nonostante che peggiori la vita per un verso - resta di fatto il male minore perché mi evita la condanna sociale a cui vai incontro tu.
Così il moralista può continuare a pensare che il migliore sia lui.(...)
Edoardo Lombardi Vallauri da Ancora bigotti ( gli italiani e la morale sessuale )
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