Foto da Infermieristicamente.it
La sala numero uno era un acquario,
ma non c'erano pesci, nemmeno acqua,
alghe di plastica, sassolini sul fondale:
c'erano - invece - due donne nel letto,
ciascuna da sola, ognuna che nuotava per sé
e c'era un caldo che sembravano i tropici,
ma non c'erano palme, fiori esotici
e lunghe spiagge di sabbia bianca: non c'era
niente di tutto questo, soltanto il culo nudo
della vita, che ti prende alla gola, da un corridoio
bianco, che sembra non finire mai, ma appena
dietro la porta la paura che divora anche il buio,
gocciava lenta la flebo, c'era bisogno di pensare
a tutto, di non pensare troppo, se fuori
fischiava ancora la felicità, un abbaiare di cani,
la stanza numero uno era un acquario,
due pesci facili a farsi pescare.
***
La stanza numero due era il deserto, un deserto di sale:
lui stava sempre alla finestra, col braccio teso
sul tavolino, guardava fuori, un po' più in là;
se poi diceva - ho sete - gli davano da bere,
e un sogno giallo colava giù sopra il pigiama,
fresco, come il sole delle sette: del resto sono buone
le infermiere, come le caramelle, però non fanno male ai denti;
così la stanza numero due era il deserto, lo si doveva
attraversare a piedi, non c'erano cammelli né beduini;
non c'erano piramidi o sfingi o danzatrici seminude :
a lui bastava suonare il campanello: un lesto sciabattare,
due risate, il letto da rifare ogni volta, fargli la barba,
cantare con un nodo alla gola
sono il factotum della città.
***
CONGEDO
" Rimasto come un'ombra offuscata,
vagherò qui ancora per un po',
ricorderò tutto:
la luce accecante, il buio infernale,
io stesso tra cinque minuti sparirò".
Boris Rizij
Boris mi ha inviato un messaggio nel sonno:
non parlava, ma non c'era nemmeno silenzio:
guardandomi negli occhi precipitava ancora la neve :
una ragazza del New Jersey, per il terzo giorno,
mi mandava cartoline dal mare. A volte, se le guardo,
mi sento ancora nudo e solo. Ma io non so
- Boris - cosa avrei detto,
qualcosa tipo " Stammi bene, se hai freddo
pensa a un paio di occhi azzurri". Qui dall' Italia
le donne non si muovono più sotto il sole, pensa
a un cielo vuoto, di notte, un aereo, i piloti
si tuffano nel mare direttamente. Ecco, così,
senza paura delle onde, Boris, né degli scogli,
allora pensala, felice e bella, anche per me,
con le gambe sottili mentre balla -
ma a questo punto, mi ripeto buona notte,
buona notte, niente poesie, coglione.
Dario Bertini da Quaderni italiani di poesia contemporanea
Le conosco ora queste stanze di ospedale, le infermiere che non sorridono, le flebo a distillare vita, il caldo anche in penombra, il silenzio della chiusura turno; raccogliere i pensieri, salutare ringraziando, lasciare l'acquario in ordine, neanche piú un pesce oggi. Tutti a casa.
RispondiEliminaAggiungo : sentirsi completamente estraniati, fisicamente dipendenti, notti insonni a misurare ogni più piccolo rumore, con medici e infermier ben assestati nel loro Olimpo ma con un'occhio allo scadere del turno... Il tutto con conseguente crollo dell' autostima.
RispondiEliminaUn unico sogno : tornare a casa.