Sarebbe troppo semplice l'inciampo di un bisogno...
Frequentemente la nudità rimanda a qualcosa di esibito perché presuppone una condizione celata, nascosta, qualcosa da portare alla luce, da svelare : letteralmente - quindi - a cui togliere il velo, il vestito che la copre e la nasconde. E che - coprendola- la trasforma e la altera. In questo senso la nudità può essere un risultato, l'esito di un processo di spoliazione. Fabia Ghenzovich, nella sua raccolta, rovescia questo procedimento : la nudità, nei versi e nelle parole dell'autrice, non è il frutto di uno svelamento, ma è una condizione primigenia; non è il punto di arrivo raggiunto, ma il punto di avvio di una ricerca - poetica e insieme esistenziale - legata alle forme e alle modalità della relazione. La nudità, nella poesia della nostra poeta, diviene sinonimo di libertà interiore, di una libertà etica che le consente una libertà di sguardo e di ricerca, ovvero libertà dalle falsità, dalle ipocrisie e dai conformismi.
Dico - la nudità -
qualcosa insomma
di integro come alba
o natale ma corporale
dico ecco la voce
pulita sotto strati e strati
la voce dal fondo che spiazza
ogni parola vassalla
che non suona
che non filtra
più la luce.
***
C'è silenzio qui
tanto da sembrare una pace
postuma eppure il corpo
del reato giace a terra
e certo non avevo acconsentito
ad una morte
precoce. Lascio la scena con le vesti
imbrattate del rosso
che scolora nel regno
in cui sola
mi incammino.
***
Ovunque tracce
braccate nel passo
alle caviglie
dalla fame dell'ombra
mai sazia
disabitati corpi
in assedio
fino all'ultimo bagliore
se la rosa muore.
***
Uno scalino dopo l'altro
sarebbe troppo semplice
una salita senza tensione
che ti mette alla prova
l'inciampo di un bisogno
in agguato troppo facile
sventare un fiasco
dirsi fratelli nello strappo
nel taglio con l'amaro
di un sorriso mai
abbastanza dilaniato.
Datemi pure una tenebra
abituale trascendetemi
la preda nel trionfo
di una maschera nei secoli
dei secoli blasfema cercatemi
la bussola senza direzione
la libertà arriva nuda.
***
Così etereo nello stupore
da inciampare per un battito
inatteso
sulla nivea
essenza della luce.
Fabia Ghenzovich da Nudità
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