" Sii la persona che il tuo cane pensa che tu sia " recita un adagio. Questo libro ci regala nuovi particolari sugli animali di diversi personaggi celebri, spaziando dal re prussiano Federico II, che teneva una corrispondenza con la sorella come se fossero i loro rispettivi cani a scrivere; a Sigmund Freud e la sua cagnolina chow chow sempre presente alla sue sedute psicoanalitiche. Poi c'è Pablo Picasso, secondo cui l'amato bassotto Lump non era né un cane né una persona, ma " gli ricordava un sacco di cose": Wiston Churchill, perdutamente innamorato del suo barboncino e Penny Guggenheim, che è stata sepolta accanto ai suoi quattordici cagnolini. Per non parlare di Michel Houellebecq e del suo Clément, che lo scrittore definiva " una macchina per amare".
Quella di Anja Rutzel è una divertente carrellata in cui compaiono anche Marilyn Monroe, Richard Wagner, Artur Shopenhauer e la regina Elisabetta II.
Un libro godibile e leggero, destinato sia agli amanti dei cani che agli appassionati di storia, insomma un piacevole mix di informazioni e di intrattenimento.
Fa un po' specie però, che è più facile voler bene ai cani che agli umani, tanto fanno tutto loro.
RispondiEliminaI cani
RispondiEliminaFa' specie , ma mi sembra un segnale non trascurabile: evidentemente la cosiddetta " umanità " ha perso obiettivamente molti colpi, o non va più di moda se una fetta non trascurabile di popolazione preferisce la loro compagnia a quella dei propri simili.
E' vero che è mano complicato rapportarsi con un animale che con un umano , ma se guardiamo il nostro caso ( Freud ) e con lui la situazione di molte persone anziane ( quindi con esperienza di vita ), dobbiamo dedurne che non è che non ci abbiano provato ( a instaurare rapporti affettivi coi propri simili ), ma la frustrazione deve essere stata proprio tanta!