Libro avuto in dono dall'autore
(...) Scriverò in lode della scrittura apocrifa perché è in essa che coincidono più perfettamente che mai il lettore e lo scrittore; è in essa che la finzione suprema che è la letteratura trova uno dei suoi più alti ( o più profondi ) inveramenti ; è in essa che diviene programmaticamente evidente il movimento connotativo della scrittura, perché è sempre in essa che biografia e opera artistica sembrano vicine - anzi vicinissime - e al contempo, arbitrariamente vicine, perché la scrittura apocrifa è un atto d'amore dichiarato, un'invenzione condotta sul filo della verosimiglianza, un modo di vivere molte vite e di sognare innumerevoli sogni. Queste affermazioni andrò ora a spiegare, facendo presente che sono tutte risultanze della lettura del libro di Marco Ercolani ( Atti di giustizia postuma, n.d.r. ), il quale va esercitandosi da anni con la scrittura apocrifa, attività che nasce almeno da tre tronchi: quello della scrittura " in proprio", quello della sua attività di psichiatra e quello della collaborazione con la scrittrice Lucetta Frisa.
Già nel 1994, Giuseppe Zuccarino scriveva nella prefazione a " Vite dettate " di Ercolani ( il primo dei suoi libri apocrifi ) " che un simile intervento perturbativo nei confronti del passato, intende colmare i vuoti, correggere le storture, e ristabilire in tal modo una giustizia postuma, di natura essenzialmente poetica ". (...)
Estratto dalla Prefazione di Antonio Devicienti al libro Atti di giustizia postuma.
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