martedì 22 giugno 2021

IL CASO DI EDUARD EINSTEIN 2

 

(...) Papà è tornato a passare la domenica con noi. Ha fatto il viaggio da Berlino a qui. Sembra felicissimo. Non so che cosa disturba di più nostra madre, se la felicità di mio padre o la scoperta della lettera. Mamma è sempre stata disturbata. Papà dice che ho preso da lei. Ho preso dalla creatura presente al mio fianco. In quel momento, dovevo avere cinque anni o giù di lì. Come posso ricordare così bene quel litigio? Lei potrebbe illuminarmi, il passato è il suo luogo di lavoro. Rivedo mio padre che sorride senza una ragione evidente. Mia madre ha occhi che fulminano. Mio fratello è a scuola. Mia madre sembra immensa nella mia mente, mentre è bassina, nessuno potrebbe dire il contrario. Pranziamo in silenzio. La mamma fissa mio padre e dice: " Ho una lettera". Mio padre non risponde. "Una bella lettera", riprende mia madre. Sento che qualcosa non va dal tono della sua voce. A cinque anni si percepiscono le cose meglio di adesso. Mio padre risponde che riceve spesso delle lettere. Mia madre approva, delle belle lettere. " Sì" dice lui " alcune più belle di altre. Tuttavia sono soltanto lettere". " Oh - riprende la mamma -le  parole vogliono dire un sacco di cose, soprattutto quando sono ben scelte e quando le frasi sono ben tornite". Ma c'è un senso nascosto nelle parole di mia madre che mi mette a disagio. Le parole che pronuncia sembrano slegate da quello che pensa, probabilmente perché io non capisca. E questo sotterfugio è fallimentare dato che capisco che è un sotterfugio. Vedrà: sono una persona molto perspicace.  (...)



                Laurent  Seksik    da        Il caso Eduard Eistein



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