A DANIELA
Da molto tempo ( da quando lei era morta
in quel modo atroce ) i miei miti
naturalisti erano entrati in crisi.
Nell'uomo non vedevo più il figlio
degenere e perverso di una Natura Buona
e Provvida ( moderna versione del vecchio
e barbuto Buon Dio ), ma una sventurata
e prodigiosa scimmia del laboratorio cosmico
che, se era spesso impazzita per le
tremende tensioni della sua condizione
esistenziale, era anche riuscita ad esplorare
l'universo coi suoi occhi di pulce
e a inventarsi sogni d' Amore, di Armonia, di Bellezza,
di Libertà, di Giustizia, di Felicità sconfinata
da contrapporre alla giungla spietata
e ripetitiva della Natura.
Una mattina, sul muro di una quieta
stradetta romana dietro l'angolo di casa mia,
mi apparve all'improvviso, gigantesco,
il messaggio di uno studente alla sua
ragazza : " Scimmietta, ti amo! ". E subito
sentii che quelle parole erano anche la mia
nuova, definitiva dichiarazione d'amore
all'essere umano.
Luigi De Marchi ( 1984 )
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