STORIA DEL CARDELLINO
Ti ho baciato il viso solo una volta
- nonostante tutti gli scongiuri -
con il sole che puntava il luogo in cui vagavo zitta
davanti alle lenzuola lavate con lacrime dei miei occhi
aria fresca per il tuo libro messo a dormire sul mio petto
poi tornando ho baciato il tuo viso ancora una volta.
Conosci i cardellini?
ce n'è uno nella mia stanza, canta incessantemente
mangia i semi dai miei occhi
beve acqua nel palmo della mia mano
vieni, dico
schiacciamo insieme la solitudine di questi parchi gioco
tagliamo insieme il gelo nero di questa terra straniera
il cardellino non mi ascolta mai, canta anche senza respirare
canta come vuote altalene
canta come scivoli arrugginiti
canta come i bambini cresciuti nella mia testa.
Dico che l'uomo cambia se ama
il sole splende se osiamo bruciare
il vento si fa silenzio se gli andiamo contro
vieni, dico
lasciamo questo luogo d'inverno per abbracciare la primavera
il cardellino inizia a cantare più forte.
Lasciami tagliare i capelli per tesserne una gabbia,
il cardellino vola intorno senza tregua
basta con questo nomadismo, con questo capogiro
il cardellino non si ferma mai, non si posa nemmeno una volta sulla mia spalla.
Sto sognando una casa
mentre il cardellino spicca il volo tracciando un arco dalla terra al cielo
una casa con il basilico in tavola e la brezza alla finestra
una casa con i colori della mia terra in primavera
quando finalmente il cardellino si stanca e mi si avvicina all'improvviso
lo prendo e lo bacio solo una volta
aspetto che un giorno rivolga il volto di nuovo a me.
Mehves Demirer Inedito
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