(...) Nate in paesi vicini o lontani, di età diverse, con esperienze eterogenee e personalità spiccatamente individuali, le autrici qui raccolte parlano il linguaggio dell'umanità. Si va dal particolare della vita quotidiana all'universale del mito senza smarrire il filo del discorso. Il tema del rapporto madre - figlia, del corpo a corpo che le avvince, ha una portata universale, pertinente all'umanità: richiede di inoltrarsi in spazi sconosciuti, di affrontare l'ignoto e di forzare la lingua a dire ciò che non le compete : vissuti che debordano dalla sintassi e dalla grammatica, che sfidano la logica aristotelica, l'ordine geometrico del mondo, la gerarchia dei valori. Il legame che connette madri e figlie non ha eguali perché solo la genealogia femminile procede sfilando di corpo in corpo. Gli uomini nascono e crescono passando attraverso un corpo diverso, di un altro genere. Solo noi ci conteniamo, come le matrioske russe, l'una nell'altra. La raccolta è percorsa da una relazione d'amore, ma non si tratta di un sentimento flebile e dolce, come vorrebbe la storica della femminilità, bensì di una passione forte e violenta che il rosso del sangue accosta alla morte. Tutto il lavoro poetico di questa straordinaria antologia è volto a ricomporre il rapporto madre - figlia, a rinsaldare l'incrinatura originaria. Vorremmo amarci, appartenerci, contenerci senza ombre, senza rimpianti, per sempre. Eppure, l'opera d'arte in quanto impulso a racchiudere l'infinito, necessariamente fallisce e non per i limiti dei suoi autori, quanto per il compito che si è data. Il nostro desiderio di unità e di perennità non sarà esaudito ma - come tutte le imprese impossibili - anche questa è degna di essere perseguita e, come tale, rappresenta per noi una sfida e un impegno. (...)
Estratto dalla Prefazione di Silvia Vegetti Finzi di La fune tesa dell'amore
molto belle questo concetto di matrilinearità
RispondiEliminaUn'antologia densa, variegata e impegnativa...
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