SALMO AI LIQUAMI
( Traduzione di B. Porster ) per mia madre
Non ho mai capito del tutto
il tuo sistema idraulico -
quale cisterna rombante nutre
la tua padronanza di te,
quale tortuosa spirale di tubi
fa da sifone per il tuo sangue
che sicuramente sorge - irrequieto -
dietro le palpebre chiuse, di notte;
come fai a domare i torrenti
dell'anarchia battente,
a trasformarli in maree che nuotano,
con immagini fangose,
nei tuoi occhi.
E ancora mi rimane un mistero
come avrai permesso che una fragile bolla
di infida speranza, in technicolor,
esplodesse
nello schiamazzo fiammeggiante
di una nuova vita,
con la tua decisione terrificante
di lasciar cadere
la scelta della disperazione.
Arundhathi Subramaniam
***
IL LAMENTO DI DEMETRA
( Traduzione di A.M. Robustelli )
Niente può consolarmi. Puoi portare la seta
per far sospirare la pelle, distribuire rose gialle
alla maniera di dignitari stagionati.
Puoi continuare a dirmi
che sono insopportabile ( e questo lo so)
pure, niente trasforma l'oro in grano,
niente è dolce per il dente che va in pezzi.
Non chiederò l'impossibile;
e impara a camminare camminando.
Col tempo dimenticherò questo vuoto traboccante;
posso ancora ridere,
forse, di un uccello che abbandona il nido -
ma non sarà la felicità,
quella l'ho conosciuta.
Rita Dove
***
CONFESSIONI
( Traduzione di F. Mormile )
Non mi commiserate:
ero troppo pigra per andare
di sopra
a rimboccare le coperte di notte.
Quando le spazzolavo i capelli
tiravo forte
apposta.
E sempre -
il lamentoso
margine tagliente
sul bordo
del cucchiaio
del mio dare.
Katleen Sheeder Bonanno
***
CIRCO DI FAMIGLIA
( Traduzione di F. Mormile )
Papi gonfia i muscoli. I suoi bottoni
tintinnano. Il vello del torace spunta fuori
dalla canottiera. Io siedo muta quando colpisce mamma.
Mamma si accascia sulla sedia. Con gli occhi
chiama la sua artista in erba, la sua spalla di scena,
il suo puntello. Resto ferma in lustrini e calzamaglia.
Faccio a papi gli occhi dolci; il tip tap,
la spaccata. Quando il bolo isterico
mi cresce in gola, inghiottisco la lingua.
Dorothy Molloy
***
VOCE DELLA FIGLIA NON VOLUTA
(Traduzione di P. Splendore )
Madre, sono quella
che hai mandato via
quando il dottore ti ha detto
che ero
femmina - Alla fine hanno dovuto
farmi un'iniezione per uccidermi.
Prima di morire ho sentito
il traffico che scorre di fuori, la fanghiglia
del monsone, il vento che soffiava cupo
sulla tua amata Bombay -
avrei potuto afferrare il neon azzurro
che nessuno voleva.
Nessuno ha voluto
toccarmi - se non dopo nella sala dell'autopsia
quando furono certi che la mia bocca non avrebbe chiesto
niente - e la mia testa poté essere misurata
piegata e sezionata.
Sembravo un melograno spaccato.
Il frutto che non hai mai toccato.
Madre, sono quella che hai mandato via
quando il dottore ti ha detto
che ero femmina - la tua seconda figlia.
Più tardi, appena hai potuto
ti sei messa il sari verde erba -
gli steli arancione dei germogli di parijatak
ti brillavano tra i capelli -
Dopo
tutti sorridevano.
Ma ora ti chiedo
di venirmi a cercare, madre,
cercami perché
io non verrò a visitarti nei tuoi sogni.
Cercami, madre, cercami
perché non diventerò un fiore.
Non diventerò una farfalla.
E non sono parte del canto di nessuno.
Cerca, madre,
cerca il posto dove mi hai mandato.
Cerca quello che non si può dire,
il posto giusto che non si può descrivere.
Cercami, madre, perché
non è la " volontà di Dio ".
Cercami, madre, perché
tu hai fatto questo.
Cercami, madre,
perché puzzo di formaldeide -
Puzzo di formaldeide
e però, vorrei che venissi a
cercarmi, madre.
Sujata Bahatt
La tesa fune rossa dell'amore ( Antologia poetica )
a cura di :
Loredana Magazzeni, Fiorenza Mormile, Brenda Porster, Anna Maria Robustelli.
Introduzione di Fiorenza Mormile
Prefazione di Silvia Vegetti Finzi
Nessun commento:
Posta un commento