lunedì 5 luglio 2021

LA MORTE DI MUNCH

 


                                                     E. Munch -   Vicino al letto della morte 



Mi scosse, e mi corse

le vene il ribrezzo.

Passata m'è forse

rasente, col rezzo

dell'ombra sua nera,

la morte...

                Com'era?


Veduta vanita,

com'ombra di  mosca :

ma ombra infinita,

di nuvola fosca

che tutto fa sera :

la morte...

           Com'era?


Tremenda e veloce

come un uragano

che senza una voce

dilegua via vano :

silenzio e bufera

la morte...

              Com'era?


Chi vede lei, serra

né apre più gli occhi.

Lo metton sotterra

che niuno lo tocchi,

gli chieda  - Com'era?

Rispondi...

              com'era?




                         Giovanni Pascoli   da     I canti di Castelvecchio



6 commenti:

  1. Due considerazioni estemporanee:
    1) Giovanni Pascoli si riconosce subito, come tutti i grandi poeti: basta mezzo verso, un verso, senza nemmeno leggerne il titolo, per orecchiarne lo stile e indovinarne la mano.
    2) Munch, in questo quadro, sembra operare un ribaltamento del Mantegna: questo, nel celebre Cristo morto, pone il corpo di piedi e scolpisce i volumi; quello lo pone di nuca e confonde i toni; qui la morte è anonima, là gloriosa.

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    1. Precisazione sul Cristo morto del Mantegna: scolpisce i volumi, nel senso che li definisce scavando sulle linee...

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  2. Per quanto riguarda le poesie di Pascoli, hai del tutto ragione: la mano ( come per un grande pittore ) si riconosce subito.
    Quello che mi ha sempre affascinato ( sin dal tempo delle scuole elementari, anche se allora non mi rendevo conto della ragione) è l'estrema musicalità, creata in buona parte dall'uso della rima ( ma non solo ), che tuttavia non mi dà mai l'idea né di qlc di artefatto né trovo in essa sdolcinature che non mi piacciono punto.
    Pensa che della sua poesia mi piace anche l'uso dell' onomatopea ( che in altri poeti non sopporto proprio...)
    Sono di parte? Stravedo per Pascoli?
    No. Ci sono autori che mi sono anche più congeniali del nostro, semplicemente riconosco in lui la grandezza del vero poeta .

    In quanto al parallelismo ( inverso )fra Mantegna E Munch ( relativamente a quest'opera ), devo dire che è un accostamento molto ardito e del tutto personale su cui rifletterò : del resto, i commenti su opere postate servono anche a questo :a far riflettere e trovare punti di vista nuovi ( più teste pensano meglio di una sola... o no? ) .

    Grazie per il gradito intervento.

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  3. AVVISO PER MICHELE :

    Mi scuso perché ho involontariamente cancellato il tuo commento.
    Sarebbe chiedere troppo di ripostarmelo?

    Molte grazie!

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  4. Il bello in Pascoli è che la poesia precede sempre (o annuncia) il pensiero, le idee (per altro, a volte, assai ardite), anzi spesso le supera. È "en avant". Un libro francese per Pascoli s'intitola giustamente "L'impensé la poésie"... ed è anche una originale antologia.
    Grazie pure per non mai dimenticare i "classici"! - ci aiutano a (sopra)vivere.
    M.

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  5. Caro, amico, grazie per il suggerimento sull'antologia francese ( che provvederò a recuperare ).
    Per quanto riguarda i " classici" per la verità mi sento un po' in colpa, avendoli alquanto trascurati ultimamente per far posto alla poesia moderna ( o meglio... contemporanea).
    Ma la verità nuda e cruda è che di questi autori ( a parte a volte la piacevolezza della lettura ) rimarrà ben poco ( salvo eccezioni ) ai posteri, mentre poeti come Pascoli ci aiutano a ( sopra ) vivere, come giustamente rimarchi tu...

    E grazie per la condivisione ( la cui speranza mi tiene qui ! ).

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