Alessandro Assiri - Dipinto
Amelia non accende niente neanche se fa buio
Sa i passi corti tocca, il muro prima di girare
E io vorrei scrivere di un altro
Con la polvere del dubbio
Di un falso bersaglio con le dita
Tra i buchi dei tarli
Che sono fori ma senza sparare.
***
Guardo in direzione di due passi dall'adesso
Il congedo che comincia in fondo all'altra stanza
Era marzo anche una volta dentro vent'anni di valigie
E' corpo quasi tutto questo riordinarsi a morsi
Prima del sonno che ti toglie dal mio peso
Ti dico c'è sopra il mio nome, ma tu la sera non lo ascolti
Riponi tutto nelle tasche, come quando parlavi con un bacio
E rendevi inoffensiva ogni parola che manca a questa storia.
***
Sai che dalle guerre non si guarisce
come dalla sofferenza che se anche la scordi agisce
Ti ho lasciato le parole in filastrocche e cianfrusaglie
In appunti in malestorie
Ti ho lasciato le parole per portarle a casa
Per liberarle dalla vergogna dal suo odore
Per cambiarle voce ti ho immaginato camminare veloce
Che non fossi tu quella di schiena
Che solo di spalle assomigliassi a un'altra
E io potessi pensarti da padre. Saperti salva.
***
La flebo goccia a goccia con parsimonia
Ridotta a niente sembri capace di tutto
Sono le diciannove da qualche minuto
L'infermiera vi divide tutti dall'odore
Scandisce le priorità con l'incontinenza
Prepara per la notte la tribù dei finti vivi.
Alessandro Assiri Inediti
Alessandro Assiri - Dipinto
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