(...) Cenerentola è il prototipo delle virtù domestiche, dell'umiltà, della pazienza, del servilismo, del " sottosviluppo della coscienza", ma non è molto diversa dai tipi femminili negli odierni libri di testo della scuola elementare ( speriamo di no!, n.d.r. ) e nella letteratura infantile. Anche lei non muove un dito per uscire da una situazione intollerabile, ingoia umiliazioni e sopraffazioni, è priva di dignità e di coraggio. Anche lei accetta il salvataggio che le viene da un uomo come unica risorsa, ma non è poi certo che costui la tratterà meglio di quanto sia stata trattata fini ad allora.
Pelle d' Asino gareggia in sottomissione con Cenerentola; Griselda, la pastorella sposata dal principe che ha trovato in lei la donna ideale, accetta di essere angariata sadicamente da lui perché fa parte delle esaltanti virtù femminili subire - senza ribellarsi - qualsiasi sopraffazione. Questo ideale femminile è sopravvissuto, dato che nei libri di testo per bambini la mamma viene tuttora descritta come una malinconica e servile creatura che sorride sempre anche se la insultano.
Le figure femminili delle fiabe appartengono a due categorie fondamentali: le buone e inette e le malvagie. Non esiste, per quanta cura si ponga nel cercarla, una figura femminile intelligente, coraggiosa, attiva, leale. Anche le Fate benefiche non usano le proprie risorse personali, ma un magico potere che le è stato loro conferito e che è positivo senza ragioni logiche, così come nelle streghe - al contrario - è malvagio. La figura femminile provvista di connotazioni umane altruistiche, che sceglie lucidamente e con coraggio come comportarsi, manca del tutto.(...)
Elena Gianini Belotti da Dalla parte delle bambine
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