giovedì 1 luglio 2021

NUOVI MODI PER USCIRNE

 



Fammi vedere che c'è qualcosa che ci lega...




Reazioni, soluzioni, adescamenti alla solitudine. Per farlo nel modo giusto. Libero da tutti i mondi a cui non ho accesso. Dalle profondità che mi controllano. Senza pensare più a spie di senso nella tenda che si muove nel momento in cui mi giro a guardarla. A congiunzioni alternative possibili. O alla luce quasi religiosa del cellulare sul comodino, innalzato a oracolo della mia sera, come ad un'ultima forma di salvezza. Le donne e gli dei erano a un altro livello. Le mani luminose che scendono in soccorso dal soffitto e se tutto va bene mi portano via. Piccole speranze per grandi uomini, piccoli uomini per grandi ambizioni. Gli alieni entrano sempre nelle menti in cui dovrebbero. E invece poi : l'evoluzione della specie  ( almeno per quanto mi riguarda ). Dio che esce dal suo tempio e se ne va ovunque. Troppo ovunque. E cioè non qui. La luce slitta lentamente sui grandi quadranti della mia stanza. Vivo sempre meno e il mio corpo è sempre più grande. Nella mia stanza non ci sono vortici di vento e polvere, e tutto è sotto il mio controllo. Bisogni fisiologici, azioni criptate. Il cavatappi che scintilla nell'ombra del suo cassetto come un'ancora al sicuro in fondo al mare. Le dipendenze mi fanno sentire più tranquillo. Che dividono la giornata in prima delle sei e dopo le sei. E  cioè : finalmente le sei. E allora eccola lì la mia salvezza, il buio in fondo al bicchiere che mi inghiotte e mi promette che qualcosa può succedere. Il più degno sostituto di quello che può succedere. E ancora: la stanza che vibra, il lampo bianco in mezzo agli occhi - e tutto su lunga la pancia , a esaurimento forze. Un minuto di silenzio per il nostro imperatore. Titolo provvisorio : nuovi modi per uscirne. Io che sto bene qui ma quando sto qui non sto bene. Ma  poi, una volta fuori da qualsiasi svolta o evento : andare dove. E soprattutto : con chi. Tornare a casa è la parte più difficile della vita. Temporeggiare : il verbo più esatto per la contemplazione. Fontana o torrente che sia. Il rumore dell'acqua. Il rumore dell'acqua per tutta la mia vita. Quando sento finalmente che nessuno mi è caro. E allora di nuovo buio, porte chiuse, serrande abbassate. Posizione orizzontale come unica possibile. E tappi per le orecchie.


***

Qualcosa deve cambiare : l'insoddisfazione non dovrebbe essere un peso. La sovrastimolazione intorpidisce. L'oltranza intorpidisce. Eppure è qualcosa che non voglio sostituire con nient'altro. Come se nient'altro potesse soddisfarmi, nient'altro funzionasse come allegoria di, fosse abbastanza per. Ogni minuto che passa ho bisogno di qualcosa in più. Un dito oltre il limite, un gomito oltre il limite. Ho sognato di entrare nella vagina di mia madre e ripercorrere a piedi tutto l'utero. Lo so che è brutto perdere la sensibilità. Non lo desidero, ne ho bisogno e basta. Per sentire di più, per sospirare di più, per quello che si dice sentirsi vivi, il corpo che reagisce. Voglio prendere da te tutto quello che mi manca. E ancora : voglio toglierti tutto quello che mi dai. Le pareti dell'utero erano tuberose e arrivare al feto è risultato faticoso. La delicatezza non è del nostro tempo: bisogna scavare per sentire qualcosa. Posso aiutarti a trasformare i momenti di stanchezza in momenti di piacere. A calibrare con precisione dolore e godimento, un passo dopo l'altro, ristabilendo l'ordine delle cose. Una spalla oltre il limite, un tuffo oltre il limite. Dal profondo del suo antro spettrale, ingolfato nel passato, il feto percepiva la sua sofferenza come la mia liberazione. Lo so che è brutto perdere la sensibilità. Spingere e insistere fino alla lacerazione. Non lo desidero, ne ho bisogno e basta. Adesso fammi vedere che mi ami, che c'è qualcosa che ci lega. Rilassati, girati e prendimi la mano. Farà un po' male, ma ti ci abituerai. Mi basta avere la tua fiducia. Mi basta che tu dica di sì. Non vorrai più sostituirlo con nient'altro.





Simone Burratti    Nuovi modi per uscirne ( raccolta inedita )



 

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