lunedì 12 luglio 2021

DALLA PARTE DELLE BAMBINE 3

 

(...) La forza emotiva con cui i bambini si identificano in questi personaggi, conferisce loro un grande potere di suggestione, che viene rafforzato dagli innumerevoli e concordi messaggi sociali. Se si trattasse di miti isolati sopravvissuti in una cultura che non li fa più suoi ( oggi, nel 2021, possiamo dirlo?; n.d.r. ), la loro influenza sarebbe trascurabile ma, al contrario, la cultura è permeata degli stessi valori che queste storie contrabbandano, sia pure indeboliti o sfumati. E per quanto questa sia un'analisi tutt'altro che sistematica della letteratura infantile del nostro paese - che richiederebbe ben altro spazio e una sede particolare - i pochi esempi riportati sono significativi e permettono la verifica dell'esistenza - anche in questo campo - di forti spinte a carico delle bambine perché continuino ad identificarsi in modelli deteriori di femminilità.

Le conclusioni non possono che concordare con quelle delle femministe di Princeton o delle inchieste francesi. I pochi testi esaminati parlano da soli a incriminare la letteratura infantile responsabile di un discorso discriminatorio, reazionario, misogino e antistorico tanto più grave quanto simili storture vengono ammannite ai bambini che le fanno proprie senza possibilità di critica. I modelli proposti da questo tipo di letteratura, piuttosto che aiutare il bambino a crescere e a organizzare la sua società futura, rischiano di bloccarlo nell'infanzia. Simili rappresentazioni dell'infanzia non sono  senza conseguenze presso gli stessi adulti, genitori o educatori, che invece di essere aiutati ad immaginare un nuovo tipo di bambino e nuovi rapporti con lui, vengono risospinti verso vecchi modelli che dovrebbero essere definitivamente abbandonati. In questo senso la letteratura infantile fallisce completamente la sua funzione.  (...)



             Elena Gianini Belotti    da   Dalla parte delle bambine

 


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