( ... ) Una delle cose che meno si riesce a spiegare agli altri ( e a se stessi ) è l'innamoramento. Io, di questa poesia, sono innamorato. E' cominciato con un classico " colpo di fulmine ", una cotta adolescenziale. Ora - dopo qualche settimana - vedo l'oggetto del mio innamoramento con occhi più obiettivi : ne vedo i trucchi, le idiosincrasie, ma li accetto come parte di quel tutto che mi piace così tanto contemplare. Parlo dei miei sentimenti, perché è l' unico modo di giustificare il fatto che non riesco ad analizzare questi versi in profondità, con occhio di chirurgo o di agente immobiliare. Brillano troppo ai miei occhi per permettermi di capire perché brillano. Li presento in preda a quella bizzarra frenesia che ci spinge a confidarci con qualcuno quando ci accade qualcosa di bello e segreto. Molly Kirschner è giovane e prolifica : sul suo tumblelog appaiono quasi ogni giorno nuovi versi, quasi a documentare un continuo sobbollire da cui è già distillata una prima raccolta ( Hard Proof ) e va decantando una seconda ( " Spunti per una ricerca futura" ). Quest'ultimo titolo è un'efficace autodescrizione dell'arte di Kirschner : una poesia appuntata, serendipitosa, che si propone più come stimolo che come risultato. Giorgio Manganelli diceva che " per un poeta non è una buona cosa avere troppe idee" e la nostra autrice risponde presentando le proprie idee in uno stato pre - interpretato, evitando accuratamente il sillogismo e la parafrasi. E' interessata taoisticamente all'attimo, al dettaglio, ma senza eccesso di concentrazione : e salta da un'immagine all'altra con un gusto tutto americano per la complessità/ pluralità. E' una lettura che stupisce continuamente e non annoia. (...)
Guido Cupani
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