venerdì 23 luglio 2021

IL VIAGGIO IN TRENO DI ALBERTO

 



                                               I barlumi tra un atto e l'altro della recita...




" Partire la mattina presto " è l'atto con cui il poeta inizia il viaggio in treno che conduce il lettore lungo paesaggi naturali e incontri umani. Questo libro è come uno scompartimento che offre un campionario di tipi e di sentimenti, di oggetti e di visioni. Alla ricerca della parola che non tradisca la sua genesi, Nessi sa raccontare con la  semplicità e la saggezza di chi è abituato a vivere in bilico fra attese e delusioni, in una terra spirituale di confine.





STAZIONE


Partire la mattina presto

quando ai treni freschi di segreti

sulla scarpata fanno la guardia equiseti

rugiadosi, dalle reti metalliche

si sporgono a guardare riccioli

di vilucchio, partire da queste allodole

stramazzate tra fasci di binari

rampe di lancio doganieri nuvole.



                                           ***


IL BUIO E IL PETALO


Se è vero che chi muore non muore del tutto,

ma soggiorna nei posti dove ha vissuto

e va in giro a parlare con gli alberi,

tu non sei morta perché ti vedo ogni tanto

nella dimora bianca del convolvolo

sotto il ciliegio che non hai visto fiorire.

Ora hai tutto il tempo e ti sorprendo

davanti questi fiori bianchi a domandare

qual è la verità, perché si vive ; e qui seduta

ricordi il libro che ti avevo portato

la carta geografica dei viaggi non fatti.

Ora vai dove vuoi, ora che hai cambiato

il nome e il dove e il quando.

Se è vero che chi vive non vive del tutto,

ci troviamo a metà strada, nell'antiscalo

tra la morte e la vita, il buio e il petalo.



                                           ***


CLANDESTINA


Quante volte mi chiedo nel dormiveglia

c'è la rete anche qui? ci sono i cani?

la paura che le gambe attanaglia?

il furgone? la gabbia del domani?

E dove sono i fiori della sabbia

che coglievo ragazza in riva al mare

dov'è lo scialle colore del vento?

Non fiorisce il mio ramo, anche le scarpe

ho perso dentro il filo spinato; quante volte

ci morderà la rete ancora il cuore?



                                            ***


FIGURE DELLA PIOGGIA


Non vedrò più la donna dalle nove dita

che mangia fragole da un contenitore di plastica

non saprò mai la storia del suo dito mignolo


non vedrò più gli occhi della bambina

che avrebbe tante cose da raccontarmi

ma deve scendere, mi saluta dalla banchina


non vedrò più la donna che fa a maglia

con un gomitolo verde pisello, non alza lo sguardo

ha la mascella quadra di mia madre


non vedrò più la viaggiatrice senza bagaglio

compagna di viaggio fra Zugo e Lugano

sorrideva ai meli spogli parlando da sola


non vedrò più le figure incontrate per caso

negli scompartimenti di seconda;

le figure trovate e subito perdute

attraversano la vita come acquate

di primavera portate dal vento.



                                          ***


COMPARSE


Siamo brevi comparse, cicatrici

disperse in un giorno di novembre,

le nostre figure sorelle degli alberi

vivi per un altro momento felice

che nessuno ricorda; siamo freddoline

aduggiate all'ombra della notte.

Solo questo ho da dirvi

l'effimero passaggio sulla ribalta

dov'è facile inciampare, i barlumi

tra un atto e l'altro della recita.




                         Alberto Nessi   da   Un sabato senza dolore



2 commenti:

  1. Mitico Capossela! Pura poesia, messa in scena poi che pare un Sergio Leone... grande!
    Al solito, grazie Frida per tutti questi regali,
    M

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  2. Sai che piacere mi fa trovare " cose" belle e condividerle con chi apprezza!
    In verità - anche a me - questo video di Capossela pare un piccolo gioiello, che ben s'intona con le liriche solo superficialmente bucoliche ( della sua Svizzera ) di Nessi, che - al contrario - hanno affinato un senso universalmente doloroso della vita.

    Grazie per i tuoi graditi passaggi.

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