venerdì 24 gennaio 2020

PER UNA GRAMMATICA DELL'INTERIORITA' : LA LETIZIA

 
 

                                                         " Servite Domino in laetitia "


(…)Una quiete trasportata in un grado termicamente più elevato,in
      una pianura più ventilata, è la letizia.Che respira anch'essa del
      presente: ecco l'oraziano laetus in praesens, colui che sa stare
      nel presente e sa temperare le amarezze con un sorriso. Ma c'è
      qualcosa, nella letizia, almeno nelle risonanze che il suo arco
      semantico ha avuto nei testi medioevali, che va al di là della
      sospensione del tragico propria dello stoico, e riguarda una
      condizione che è festa interiore, uno stato che non ha neppure
      bisogno del sorriso per manifestarsi. Un silenzio delle passioni,
      di cui si avverte - in lontananza - il suono.La letizia è come una
      luce del sentire. E' Dante che unisce in modo supremo la letizia
      con la luce, vede anzi la letizia come il modo d'apparire della
      figura nel Paradiso: certo, siamo nella Cantica dove è la
      beatitudine che con vari gradi e sempre con pienezza motiva la
      letizia. Nella cultura medioevale, accanto alla trasvalutazione
      dantesca - sovrumana e abbagliante della letizia - c'è un'altra
      memorabile rappresentazione : quella che i  Fioretti 
      attribuiscono a Francesco, quando egli invita frate Leone a
      riconoscere " la perfetta letizia" non nella soddisfazione per la
      carità compiuta, ma nell'accettazione di ogni sofferenza e
      umiliazione subita. La letizia paradisiaca di Dante e la letizia
      eroicamente religiosa di Francesco - trionfo di luce da una
      parte e dolorosa approssimazione alla sofferenza di Cristo dall'
      altra - sono figurazioni estreme di un sentire che ha per
  fondamento un sé in grado di sospendere il senso della mancanza.
   Una sospensione che non è rimozione della finitudine, ma sua
   accettazione serena. La letizia non cancella i sentimenti, infatti
   la sua modulazione avrà nella poesia d'amore molti gradi.
   Indicando sempre il momento in cui la spina dell'attesa o della
   privazione e l'assillo del desiderio lasciano il campo al dominio
   di una presenza - di un tempo presente - di una prossimità della
   figura amorosa. Analogamente, nel pensiero religioso, una
   preghiera pura, libera dalla necessità del soccorso e della
   disperazione, è quella che si svolge nella letizia, rispondendo all'
   invito del Salmo : " Servite Domino in laetitia " (99, 2 ).  (…)



Antonio Prete  da  Il cielo nascosto ( grammatica dell'interiorità )

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