(…) La prima volta li incontra in un caffè nascosto tra le stradine
di Montparnasse,una topaia impregnata di odori: polvere,
cuio invecchiato e vino inacidito.Odore di quelli che diventano
parte delle cose e che si possono trovare solo nei bistrot del
Vecchio Mondo, dove ogni tazza di caffè aggiunge un tassello
alla loro storia. Fida è seduta, sofferente per un'infezione a
un rene e stanca delle pene che le provoca la gamba malata.
Lui arriva alle sue spalle, e lei sente l'aria che si sposta, intrisa
di genio e follìa. Un brivido le percorre la schiena malandata.
Si gira lentamente e incrocia un paio di occhi che guizzano
nervosi. Solo i lunghi baffi competono con lo sguardo da folle:
sono sottili, rigidi, protesi. La sua voce è sottile, in lui tutto è
finzione.
" Gli occhi di ossidiana hanno chiamato la chiocciola di mare
per danzare insieme la macabra sinfonia della morte ", dice
Dalì con enfasi.
Frida è percorsa da un altro brivido, uguale a quello che l'ha
attraversata quand'era con la suicida, Dorathy Hale, uguale
a quello che prova tutte le volte che vede il Messaggero.
La voce del pittore proviene dagli abissi della mente, nella
quale risiede in compagnia del delirio.
Frida ha appena accarezzato con le labbra un bicchiere di
cognac, sorbendolo piano, come un'amante gelosa e il calore
dell'alcol comincia a riscaldarla. Dalì, avvolto in un mantello
da marchese e con un bastone da cavaliere andaluso stretto
in pugno, si installa sulla sedia con il contegno di un re
cattolico scolpito nella pietra e collocato all'interno della
cattedrale di Santiago di Compostela.
" Lei sa qualcosa della morte ? " chiede Frida.
Dalì si sistema meglio sul suo trono.
" E' colei che dà e dispone.Colei che non concede,ma sottrae.
La fine di tutto, ma non il principio. Esiste perché noi
esistiamo. Il giorno in cui tutto cesserà di agitarsi, lei farà
la sua parte, e poiché è la morte,morirà", declama il pittore.
Frida è d'accordo con lui. Una descrizione magistrale . (…)
Alexandra Scheiman da Il diario perduto di Frida Kahlo
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