venerdì 10 gennaio 2020

LETTERA APERTA A UN APPRENDISTA STREGONE 4



(…) Ecco perché con le tue prime esperienze di psicoterapeuta
       scoprirai che, se è vero che di ogni vicenda umana potrai
      " vivere" col tuo paziente una sola versione - quella, appunto,
       del paziente, dal suo punto di vista, dalla sua angolazione ( lo
       sai bene che non potrai permetterti il lusso di " prendere in
       analisi " nessuno dei suoi co- protagonisti - a mano che tu non
       intenda abbracciare altri tipi di psicoterapia ), è altrettanto
       vero che con lui siederanno, nel tuo studio  - invisibili - i
       fantasmi dei personaggi significativi della sua vicenda. Anche
       nel " sacro recinto" della coppia paziente - analista, l' Altro è
       una presenza vitale, anche se impalpabile.
       D'altronde, il rapporto paziente - analista è un rapporto di
       coppia: una sottospecie - ovviamente più rara della relazione
       amorosa propriamente detta, non foss'altro perché - dalle
       statistiche - pazienti e psicoterapeuti rappresentano una
       sparuta minoranza della popolazione adulta; ma è pur sempre
       una relazione profonda e coinvolgente, con le sue bravi
       componenti affettive che abbiamo battezzato " transfert" e
      " controtransfert ". Jung sosteneva che "il transfert è l' Alfa e
       l' Omega  della psicoterapia",  ma io sostengo nel mio
     " Colomba di Kant" che a mio parere, anche il controtransfert -
       depurato delle componenti erotiche - è il veicolo ideale per
       una autentica e profonda comunicazione e di conseguenza per
       il successo della terapia.
       Ne consegue che alla regressione all'infanzia del paziente farà
       da controcanto un'analoga regressione dell'infanzia dell'
       analista, che a sua volta sarà spinto a evocare e perciò a
       convocare nel sacro recinto altri fantasmi, gli involontari
       responsabili della loro ferita non rimarginata.
       Così, il tuo " sancta sanctorum " sarà ancora più affollato di
       presenze impalpabili - un autentico assembramento - che a fine
       seduta non ti sarà facile disperdere.   (…)



    Aldo  Carotenuto   da    Lettera aperta a un apprendista stregone



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