domenica 26 gennaio 2020
KAFKA E LA CHIAMATA DEL DAIMON 6
(…) L'intento con cui mi sono accostato agli scritti di Kafka esula
da qualsivoglia valutazione estetica.Ciò che mi interessava era
invece la dimensione psicologica emergente da quelle pagine,il
portare alla luce quella trama interiore che - magari all'insaputa
dell'autore -si era celata dietro la vicenda narrativa.Il complesso
intreccio de Il Processo e de Il Castello mi ha fornito l'occasione
per riflettere su una serie di tematiche sulle quali Kafka - più o
meno direttamente - aveva soffermato la sua attenzione. Come
quella di Dostoevskij, anche la prosa kaftiana è un continuo
viaggio, un'esplorazione all'interno dell'anima umana. E' il
mondo sognante e lacerato dell'interiorità, con i suoi desideri, le
sue paure, le sue incapacità, le sua paralisi.Si può allora leggere
lo scrittore praghese accompagnandolo con le dimensioni di
sofferenza e di speranza di molti dei miei pazienti. Così la
solitudine di Kafka, il suo bisogno d'amore come la sua
incapacità di abbandonarsi all' Altro, di incontrarlo nello spazio
della relazione, divengono la solitudine e la paura di noi tutti.
Io credo che accostare sia il dolore dello scrittore, sia il suo
disperato tentativo di ricerca della verità a quelli di molti altri
uomini e donne, sia il più commosso e sincero riconoscimento
della sua profonda umanità. (…)
Aldo Carotenuto da La chiamata del Daimon ( Gli orizzonti della verità e dell' amore in Kafka )
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